Nel presepe all’Asilo io ero il bue

Vittorio Colombo24/12/20235min
PRESEPE

Il presepe del mio paese, Sant’Alessandro, talvolta si fa a Natale, qualche altra ad agosto nella Notte di Fiaba. Per me Natale è la festa più bella dell’anno, più bella ancora del giorno dei Morti, che si chiama Halloween. Un Natale che non dimenticherò mai è quello in cui ero un bue. Cercavano attori per il presepe. Io che avevo la vocazione mi ero iscritto, anche se l’Asilo mi faceva impressione.
“Tu fai l’asino” mi aveva detto la maestra. Io ero anche contento, ma la mamma si era messa a piangere. Poi la mamma e il papà sono andati dalla maestra ed hanno detto: “Noi gli vogliamo bene anche se ha le orecchie a sventola. Lui fa il Gesù Bambino. Se no andiamo dal Vescovo”.
La maestra ha detto che c’erano 84 Gesù Bambino in lista. E anche la cuoca l’aveva messa giù dura perché voleva andare anche lei nella mangiatoia. Allora hanno chiamato il notaio ed hanno tirato su la tombola. Io ho vinto il bue.
“Un bue in famiglia è sempre meglio che un asino. Domani può sempre tirare l’aratro” ha detto papà. La mamma è diventata fucsia e io le ho fatto la foto.
Quando vengono a trovarci i cugini Rompiglioni, specie quando c’è la festa dei Morti, il mio papà fa vedere alla tv la cassetta della mia recita di Natale all’Asilo. Così loro se ne vanno subito. Mamma dice che non c’è cosa più bella al mondo. E singhiozza “Stille Nacht”.
Il film della mia recita: la sala mensa è piena di mamme, papà, neonati, cugini Rompiglioni. Tutti hanno la telecamera e l’occhio ebete. Si vede il parroco che dice il rosario di Natale e le suore fanno la ola. Sul palco c’è la capanna e attaccato per i piedi, a testa in giù, Kevin che fa l’angelo con il sangue nella testa. Poi i sorteggiati, tutti travestiti da Madonna, San Giuseppe, i tre Bambini Gesù nella mangiatoia (il figlio del Sindaco, il figlio dell’Assessore provinciale, la nipote ottantenne del Vescovo). Poi entrano quelli che fanno i pastori, quelli che fanno le pecore, gli angioletti, i santi Alka Seltzer con il cerchio alla testa.
Per me il momento più bello è stato quando alla Susy non venivano più le parole della preghiera al neonato. E così ha recitato: “T’amo, pio bove”. E io ho risposto: “Anch’io, Susy, sposiamoci”.
Poi il parroco le ha detto: “Sei un’oca” e lei è andata nello stagno.
Quest’anno Natale viene il 25 dicembre. All’Asilo hanno nascosto le suore e hanno detto: “Il mondo è cambiato. Ci sono all’Asilo, con i bambini della nostra religione e di quelle più diffuse, anche Hare Krishna, tibetani del Senegal, seguaci del Settimo Sigillo e, ancora, atei, agnostici, anticristi, vegani, discepoli di Babbo Natale, figli della Lupa e di Harry Potter. Insomma vanno rispettare le diverse sensibilità religiose”. I genitori si sono riuniti in conclave con le maestre laide (o laiche… ho un vuoto di memoria). Secondo me hanno avuto un’idea stupenda. Si farà un Musical che si chiamerà “Natalequale show”. Su una piattaforma girevole ci sarà una chiesa con dentro la capanna, un antro per i riti Voodoo, un Igloo da sacre Glaciazioni, un Ponte tibetano e la Grotta dove al pastorello Messner è apparso lo Yeti.
I bambini saranno nei loro vestiti tradizionali. Che vuol dire che non li hanno mai lavati, e perciò puzzano come capre. Poi tutti insieme pregheranno nelle rispettive lingue. O diranno filastrocche. O faranno i gargarismi.
La mamma aveva gli occhi cobalto. Ho schiacciato “Occhi rossi ciao” e le ho fatto la foto. Poi si è fatta il segno della croce. Tutti l’hanno guardata. “Che fai, prendi le mosche?” le ha detto papà.
E io, con in testa un’allucinazione da Natali di tutto il mondo, ho chiesto: “Ma quando viene Gesino Bambù?”.
Vittorio Colombo



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