L’Uomo Pesce che nuotò da Riva a Sirmione

Vittorio Colombo11/06/20234min
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Sabato 2 febbraio 1957. Giorgio Amoretti, vicentino detto “l’Uomo Pesce”, compie un’impresa, per allora, straordinaria: la traversata invernale a nuoto pinnato del lago di Garda da Riva a Sirmione. In tutto 50 chilometri. La foto che pubblichiamo è uno straordinario documento. Testimonia la partenza dal molo della Fraglia. Ecco, secondo le cronache, i protagonisti, rivani doc (tutti presenti anche se è difficile dare un ordine alle persone in foto): Vivori di Varone, dietro il custode del campo sportivo, con cappotto grigio Parolini agente di PS , Armani di San Giacomo, Giorgio Amoretti e al suo fianco Dante Dassatti, presidente dei sommozzatori e organizzatore, Nino Castellani elettrauto e corridore moto, Aldo Gazzini cameriere e poi barista, già portierone della Benacense, dietro Pero Galas, col cappello nero il conte Piscicelli, il cavalier Ettore Righi, direttore dell’Azienda di Soggiorno, Primo Zecchini, baffetti Crestani, Enzo Macrì cronista dell’Alto Adige, Silvano Morandi cronista de l’Adige. Amoretti ha occhiali, tuta di gomma e pinne. Questo, invece, l’equipaggio della barca che lo accompagnerà per tutta la traversata: a bordo con Dante Dassatti i sommozzatori Andrea Elena, Tullio Cestari e Umberto Boschetti. Una grande folla è presente. Tra applausi e incitamenti alle 15.30 si parte. Amoretti saluta e si avvia al largo a grandi bracciate. Molte imbarcazioni lo seguono per un tratto. Giorgio procede sicuro a 33 bracciate al minuto. La temperatura dell’acqua è di 7 gradi. Dai ricordi di Umberto Boschetti: “Noleggiammo la barca dal mitico Sandrone Gregori. Organizzammo tutto alla carlona, pochi mezzi e tanto entusiasmo. Tra i viveri avevamo portato una coppa di biscotti savoiardi imbevuti di marsala; a nessuno era venuto in mente di portare un cucchiaio, si usò una chiave fissa presa dalla cassetta degli attrezzi. Anche l’attrezzatura di Amoretti non era certo l’ultimo ritrovato. La muta era un vecchio residuato bellico, una di quelle usate in guerra dagli uomini-rana della Marina. Si riempiva subito d’acqua impedendo la fluidità delle bracciate. Fu una vera impresa, tra fatica e sofferenza, nelle gelide acque del lago di febbraio. Anche per noi accompagnatori non fu facile. Ore e ore ai remi con un forte vento trasversale e tanta nebbia. Unico sostegno un po’ di musica suonata da un grammofono a manovella con un solo disco. Una notte terribile”.
Scrive infine Dante Dassatti: “Domenica 3 febbraio, Sirmione ore 15.20. Siamo a 300 metri dal traguardo segnato da bandiere con boe. A 150 Giorgio scatta e non riusciamo più a seguirlo. Uno scompiglio di imbarcazioni lo attende. Lo vediamo ergersi dall’acqua, sfinito, salutando con larghi gesti. La grande impresa è terminata, il sogno si è avverato. Siamo pure noi commossi e felici”.
Tanto è il successo che si decide di replicare, ma d’estate. L’impresa di Amoretti, Riva-Sirmione a nuoto pinnato, avviene il 10 agosto 1961. Ai remi, con i protagonisti della prima impresa, anche Luciano Dassatti, poi ammiraglio. Cronaca Rai di Silvano Morandi con riprese di Candido Daz. La storia dell’Uomo Pesce, ormai dimenticata, fa rivivere personaggi con le loro e nostre straordinarie storie di lago.
Vittorio Colombo

 



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