Le “Zucchelli sisters”, dolci mamme di Riva del Garda

Vittorio Colombo28/06/20203min
zucchelli.sisters - Copia

Le sorelle Zucchelli sono state le nostre mamme. Nella famiglia assai allargata degli scolari e studenti rivani vige da tempo, con il trio delle sorelle bandiera Dina, Giuliana e Silvana (qualcuna ahinoi andata avanti) un legame che, badate bene, non è di sangue. Di più, di più. È un legame di dolcezza. I loro krapfen e brioches hanno saputo far breccia in diversi organi, dallo stomaco al cuore, di migliaia di piccoli ergastolani delle medie, Liceo “Maffei”, e succursali varie.
Sono state, il trio delle meraviglie, la risposta alla nostra fame. Non di cultura che, in fondo, non era proprio lancinante. Ma fame orba, quella da crampi, da adolescenziale, cronica, carenza di zuccheri.
Le tre sorelle “vinci in dolcezza” avevano il loro Mulino Bianco, la loro panetteria, in viale Pernici. A un tiro di vocabolario dal cancello nord del Liceo che custodiva nel suo ventre le medie, giustamente al piano di sotto.
Irrompevano Dina e Giuliana all’intervallo. Candide nelle loro “telàre”, donne di peso da promozione di leccornie, per noi delle vere silfidi. Il banchetto dello spaccio trionfante veniva allestito nell’atrio. Assalto. Dalla parte dei famelici fioccavano monetine che, come per magìa, producevano una pioggia di merendine, panini, krapfen e roba da girone dantesco dei golosi. Trionfo. E loro giù a dispensare sorrisi e parole mielate, perfino gratis.
Poi, nelle ore buche o, a fine lezione, l’assalto al forno di viale Pernici, con a fianco il Loris Tasin della fruttaverdura e il Domenico Tonelli dei quarti e quinti di manzo.
L’apoteosi. C’era anche chi entrava in bici. E allora una lo bacchettava: “Ti coi ociai, fora!”. Ne abbiamo tante da raccontare. E ci sforziamo di ritrovare quell’odore buono, mai più provato così (eh, l’età) di Pane degli Angeli.
Non solo brioches. Le sorelle amavano il bagno serale nel lago e arrivarono a sistemare una piscina sul terrazzo, sopra il negozio. Le incontravi d’estate a tutte le feste, al Rione, a S.Alessandro, a S.Rocco, Varone, sempre in prima fila. Si gustavano il concerto ma di più il buffet. Sorridenti e solari, affettuosamente chiamate “le Zuchelone”, sempre salutate e abbracciate dai loro mille e mille figli: presi per la gola e conquistati, per l’eternità, in dolcezza.
Vittorio Colombo

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