La tragica fine dell’indimenticabile rivano Roberto Chinatti

Vittorio Colombo05/11/20234min
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Cinquant’anni sono passati. Un caro amico dal lontano 1973 non è più di questa terra. Roberto Chinatti è ricordato con rimpianto ed affetto da molti Rivani, perché di amici ne aveva davvero molti e perché era un ragazzo speciale, buono, intelligente, arguto, sempre sorridente. Era una di quelle persone che ti restano nel cuore, perché lo sentivi speciale e provavi per lui affetto ed ammirazione.
Mezzo secolo dal giorno tragico in cui fu ucciso. Il brano che segue è tratto da una cronaca de “l’Unità”: “Domenica notte in un alloggio del vecchio centro di Torino uno studente è stato ucciso ed una giovane insegnante è stata ferita a coltellate. L’assassino, un uomo di 56 anni, ex-minatore, avrebbe agito per gelosia, forse sconvolto dalla vita indipendente che conduceva l’insegnante, sua compagna di un tempo e madre di suo figlio. La vittima dell’atroce ed assurdo delitto è Roberto Chinatti di 22 anni, uno studente di ingegneria originario di Riva del Garda venuto a Torino pochi mesi fa dopo la morte del padre. Il giovane aveva chiesto una stanza in affitto all’insegnante, una romana di 33 anni e residente in città.  Sia la donna che l’omicida erano attivisti del gruppo extraparlamentare che si denomina “Partito comunista marxista leninista”, ma pare che l’uomo ne fosse stato allontanato in quanto rissoso”.
Questa la scarna cronaca di un giornale nazionale: routine cronachistica senza sentimento. Ben diversi furono la costernazione e il dolore che il tragico fatto destò a Riva e nel Trentino. Il giovane si era trovato nel posto sbagliato, nel momento sbagliato, coinvolto in una situazione che non lo riguardava: era in quell’appartamento come studente-affittuario. Secondo la ricostruzione del fatto, scoppiato il feroce alterco tra l’uomo e la donna, spinto da un moto di estrema generosità, si era frapposto tra i due ed era stato colpito da una coltellata. Una morte assurda, inquietante, ingiusta. Guardando la foto che proponiamo, di sicuro molti lo ricorderanno. Viveva intensamente la comunità rivana; bravissimo studente del Liceo Maffei, aveva mille interessi e una cultura viva; amava i libri, lo sport, le storie, un’atmosfera cittadina vivace che aveva respirato dalla famiglia e dal padre giornalista dell’“Alto Adige”. Roberto, piccolo di statura, aveva occhi brillanti, un sorriso che gli illuminava il volto, una risata particolare, sonora e coinvolgente. Lo rivedo al campo di basket, in biblioteca, ai cineforum, ai dibattiti nei quali manifestava un impegno da convinto progressista. Aveva fatto la “maturità” nel 1969 con i professori Guardini, Senzasono e con il preside Sabato. Un paio d’anni fa la sua classe di allora aveva promosso una rimpatriata. La foto di rito sulle scale del Liceo Maffei, che ricreava la formazione del 1969, denunciava quell’assenza dolorosa. Nel 1977 era stato dato alle stampe un suo libro postumo, “Poesie di Roberto Chinatti”, frutto di militanza e impegno civile. Il libro, una rarità, è introvabile o quasi. Ma l’amico Roberto dalla vita spezzata per un atto di generosità estrema, nonostante il tempo, merita di rimanere ben vivo nella nostra memoria.
Vittorio Colombo

 



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