La “Seicento” con dentro la sposa si inabissa nel canale della Rocca

Vittorio Colombo19/06/20225min
sposi.riva

Aiuto! Una “Seicento”, di un bell’azzurro, è finita nel lago. Aiuto! Dentro la “Seicento”, di un bell’azzurro, c’è una fresca sposa. L’evento nel canale della Rocca, a pochi metri dal ponte (poi “pont dei strachi”). Quando? Il 26 febbraio del 1965.
Curiosi? E, allora, ecco la storia.
Viaggio di nozze per la coppia genovese Giuliano Puppo, impiegato, e Maria Rosa di Carlo, entrambi di 27 anni. Dopo il fatidico “sì” avevano caricato la “Seicento” di bagagli e sci, destinazione montagne del Trentino. È domenica, mezzogiorno. Sosta a Riva. Giuliano ferma la vettura in piazza Battisti, in prossimità del ponte della Rocca, vicino alla gradinata e all’attracco dei motoscafi. Il novello sposo scende e si guarda intorno alla ricerca di un posto dove mangiare. Pochi attimi. Si gira e vede la sua macchina che si sta muovendo e che va lentamente verso il canale. L’asfalto è in lieve pendio. La “Seicento” mette le ruote sui primi gradini e poi si fa, in discesa, la bella scalinata. Maria Rosa è dentro, al suo posto, composta come si conviene al suo stato di appena maritata. I suoi occhi incrociano quelli del marito e sembra dicano: “Ciao, ciao”. Qualche sobbalzo e la “Seicento” si tuffa, di testa, se così si può dire, nelle acque. Galleggiando un po’ va verso il centro del canale e, lentamente, comincia ad inabissarsi. Che fa lo sposo? Di fronte alla prospettiva di una vedovanza, causata da amnesia da freno a mano, fa tutta la sua eroica parte. Dopo aver rincorso la vettura giù per le antiche scale, si getta nel lago e nuota a fianco della “Seicento”. Ed è qui che la vicenda si fa viepiù incredibile. Ma la cronaca del giornale del tempo non lascia dubbi. Attende che la macchina si riempia d’acqua per poter più agevolmente aprire la portiera. La Maria Rosa, finché può, tiene la testa in una bolla d’aria, mentre l’acqua la ricopre fino al collo. La tempistica è fondamentale. La macchina si inabissa e va a posarsi sul fondo. Il Giuliano con provetta nuotata subacquea apre la portiera, osservato dai “cavazzini”. E, come un eroe del cinema, strappa la mogliettina dall’abitacolo che ambiva a diventare la sua bara. Riemergono abbracciati e vengono salutati da applausi e da cori di “evviva”. Sulla scena, all’asciutto, un centinaio di rivani assistono. Spettatrice privilegiata la cuoca del ristorante “La Rocca”, Giuseppina Marchi nata Toniatti, che ha visto tutto. Si precipita al telefono e allerta gli agenti di Ps. Ma non basta. Corre sul molo e lancia in acqua una corda, forse di un tendaggio. Un gesto che strappa gli applausi agli spettatori sul Brolio saliti a quota duecento. I coniugi Puppo intanto, fatte vigorose bracciate, anche se non di grande stile, hanno raggiunto la riva. Tremano di freddo, inzuppati come pulcini, e sono in preda a comprensibile stato di choc. Dal suo ristorante di piazza Garibaldi, a un centinaio di metri, arriva di corsa Dario Pettinacci. Preleva i due miracolati e li porta nel suo locale. Li asciuga e li riveste fornendo abiti e cappotti.
Intanto sul ponte della Rocca ci sono gli uomini del Commissariato, i Vigili urbani e alcuni barcaioli. Il capitano Chincarini coordina, il vigile Perini vigila, il vigile subacqueo Umberto Boschetti opera in acqua. Si recupera il bagaglio, viene imbragata la macchina. I trecento rivani dal molo del Brolio danno consigli rivani. Il Genio militare di stanza in città installa una potente gru che, agganciata la macchina, la salva dalle acque e la consegna al cielo. I cinquecento rivani possono così ammirare il meraviglioso colore azzurro della “Seicento” che, gocciolante, finisce trainata nell’officina Santorum. Uno sci galleggiava, subito battezzato dai mille rivani al Brolio “sci d’acqua”. Il Dario Pettinacci fa scintille con la sua miglior pizza. Il neo sposo si schermisce. Dice ai cronisti: “Macché eroe! Noi a Genova, quando ci sposiamo, facciamo così”. La neo sposa Maria Rosa sorride, un po’ stranita, e dice: “Sposa bagnata, sposa fortunata”. Ma c’è chi la sente mormorare sottovoce: “Cominciamo bene…”.
Riva, quel giorno, si era fermata, uffici deserti, negozi sbarrati. Al Brolio sembrava la Notte di Fiaba. Così Riva del Garda era diventata Hollywood.
Vittorio Colombo

 



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