“Il Pomicione”, film sexy girato a Riva e Arco

Correva l’anno 1975. Nella Busa si girò “il Pomicione”, film dalla sceneggiatura assai esile e dalle scene volutamente piccanti, tanto da guadagnarsi dalla censura il divieto di visione ai minorenni. Uscito nelle sale italiane nel 1976, il film non riscosse grandi apprezzamenti da parte del pubblico. Andavano allora di moda le commedie sexy all’italiana, quelle con la Edwige Fenech sempre sotto la doccia, Gloria Guida e Nadia Cassini, professoresse o soldatesse per niente vestite. Si dice che “il Pomicione” sia stato l’apripista dei “cinepanettoni”. In ogni caso ebbe il merito di attirare l’attenzione sulle bellezze, quelle naturalistiche e d’ambiente, della Busa. La trama: Raffaele (Mulè) è un “Romanaccio” trapiantato a Trento. La moglie è un’arpia e, per questo, va in cerca di avventure sul lago di Garda, ma incappa in una serie di disavventure tra il comico, l’erotico e il farsesco. Il regista Roberto Bianchi fu, in ogni caso, prodigo di riprese di Riva, Arco e dell’Alto Garda e questo aspetto promozionale è stato, di certo, uno dei pregi del film. Si sprecavano battute ben orchestrate del tipo: “Oh! com’è bella Riva!”. Solo in due occasioni il film è stato proiettato in Trentino: nell’aprile del 1976 al cinema Perini di Riva e due mesi dopo al Roma a Trento. Merito del fotografo-editore Fabio Galas, che ha reso disponibili le foto che corredano questo servizio, è quello di aver proposto, venerdì 8 giugno 2012, una serata-amarcord con proiezione del film presso la sala della Comunità. È stata per molti personaggi della nostra zona, che avevano lavorato come comparse, l’occasione di rivedersi sullo schermo; tra questi Elio Piffer, ingaggiato per far ingelosire Mulè nella scena in discoteca, quindi Enrico Ghezzi, Enzo Biancardi e Gloria Emanuelli, quest’ultima scelta per essere “molestata” durante il ciack al cinema Oratorio. Il giornalista televisivo Paolo Malfer fu a fianco di Mulè in un giro in decappottabile, mentre Enrico Cornella del bar Centrale ebbe l’onore di una battuta, peraltro poi doppiata. Il film mette in bella evidenza luoghi e realtà della nostra zona. Come ricorda in un prezioso articolo il giornalista Gianluca Marcolini, c’è stata visibilità, oltre all’Oratorio di Arco, per il dancing Apres Club di Riva e per il bar Centrale di Arco. Vanno poi ricordate le riprese effettuate sulle corriere dell’Atesina, quelle sul lungolago e sulle strade altogardesane. La “paga” delle comparse era di 18 mila Lire al giorno. Mulè viene ricordato come una persona di grande disponibilità e simpatia, sempre pronto alla battuta. Si era così instaurato con i ragazzi dell’Alto Garda un bel rapporto tanto che si usciva insieme o si trascorrevano pomeriggi piacevoli ai bordi della piscina del Piccolo Mondo di Torbole, dove la troupe alloggiava.
Vittorio Colombo
(Nella foto: una scena girata all’Oratorio di Arco, con Enrico Ghezzi c’è Gloria Emanuelli “puntata” da Mulè)