“Il lago di Garda è sempre più caldo”: l’allarme del fisico Battiston dell’UniTrento

Nicola Filippi07/08/20243min
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La salute del lago di Garda è sempre più a rischio. Lo dicono le associazioni dei pescatori delle tre sponde, che vedono sparire specie di pesce dai fondali, e lo dice a chiare lettere Roberto Battiston che in una recente intervista sul quotidiano online de L’Arena, dopo quella rilasciata un anno fa a La Repubblica: “Dobbiamo creare un Cern per il nostro clima”. Battiston, nato a Trento l’11 agosto 1956, è fisico all’Università di Trento, divulgatore scientifico e ex presidente dell’Agenzia Spaziale Italiana, recentemente ha pubblicato il libro “L’alfabeto della Natura. La lezione della scienza per interpretare la realtà” (Rizzoli).

Per affrontare l’emergenza climatica e l’innalzamento della temperatura del Garda, il fisico trentino auspica che venga creato un centro di ricerca per soluzioni concrete, a partire da quelle offerte dalla natura. “Il lago di Garda è sempre più caldo e occorre ridurre velocemente la produzione di Co2 per invertire l’orologio climatico”, spiega al sito online de L’Arena di Verona.

Negli ultimi dieci anni, la temperatura del Benaco è aumentata di 1,5 gradi centigradi. Il lago, con la sua massa, “segue” l’aumento medio che registra il nostro pianeta. Può sembrare minimo, ma in realtà quell’aumento di 1.5° produce danni alla fauna che si trova a vivere in un ambiente ostile. Inoltre non avviene il rimescolamento dell’acqua: quella calda resta sulla parte superficiale, la fredda in basso e l’ossigeno non scende in profondità creando un ambiente anossico. In questo modo, il lago di Garda muore.

A preoccupare il professor Battiston è però la velocità di cambiamento delle temperature del lago. “Ogni giorno che passa – ha detto a L’Arena – è il più caldo di sempre”. Guardando le analisi paleoclimatiche, se oggi l’aumento della temperatura si attesta sul 1,5 gradi, saranno 2.5 nel 2030-2050.

Di pari passo, l’aumento delle temperature porterà sempre più a fenomeni estremi, come siccità prolungate, specie al sud, e bombe d’acqua.
Per invertire la situazione, seppur drammatica, il professor Battiston suggerisce, anzi caldeggia di smettere di usare combustibili fossili, spingendo la ricerca sulle energie rinnovabili. Non solo fotovoltaico ed eolico, ma un “programma di emergenza, altrimenti condanneremo i nostri figli e nipoti al disordine climatico”, ha spiegato alla giornalista de L’Arena online. L’obiettivo è dichiarato: ridurre drasticamente l’immissione di Co2 nell’atmosfera, per invertire l’orologio climatico. “Con una proposta industriale e un programma che purtroppo non sono nell’agenda della politica mondiale”.

L’idea del professor Roberto Battiston è quella di creare un nuovo Cern, una comunità di scienziati preparati e finanziati per trovare nuove tecnologie più green.