Il chioschetto dei Martini era il “Paese dei balocchi”
Il chiosco dei Martini all’Inviolata di Riva del Garda era il Paradiso. Erano gli anni Sessanta (e un po’ anche ’70) e se qualcuno ti chiedeva “Bocia, dove ti piacerebbe abitare?”. Ecco, quello, era il posto giusto. Del resto per tutta la settimana mettevi via i soldini, cinque o dieci lire che ti dava la nonna, perché la domenica…
Ah, i pomeriggi di quelle domeniche li hai nel sangue. Dunque, il mondo cominciava al chiosco dei fratelli Martini (nella foto di Gianni Girardi la signora Paola in Martini che gestiva il chiosco con i figli Renato, con lei nella foto, e Renzo, il maggiore) e finiva al cinema dell’Oratorio. Che era lì a due passi. E ti aspettava. In mezzo c’era la dottrina all’Inviolata, in fila allineati che era, detto così alla carlona il “sinequanon”, il lasciapassare per Stanlio e Ollio. O tre volte l’anno “Marcellino pane e vino”.
E allora ecco il chioschetto. La ressa era da girone dantesco. Nella calca vigeva la legge dello spintone e quella della democrazia promiscua, “diteunagiaculatoria”, con le bimbe votate alla penitenza della dottrina suoresca.
Bastoni di liquirizia che ti spaccavano i denti fatti neri, “moretti” omini ben contati, rotolini di liquirizia (con bombo al centro) che srotolavi come stringa da scarpe per poi succhiare a mo’ di spaghetto, le cicche stramangiucchiate che “Se dopo mi viene voglia?”, ti sigillavano la tasca per la disperazione della mamma. E il castagnaccio? Buono quello… Colla che sigillava la bocca, battaglie a bianchi nuvoloni e tutti giù a ridere come matti, da allegri fantasmi. Poi c’erano le carrube che ci piacevano perché erano amate dagli asini ai quali eravamo sempre equiparati. E i gelati? Sublimi, c’è chi ricorda addirittura il budino tiepido nel cono gelato. E i krapfen? Mai mangiati di così buoni e c’era anche chi comprava l’anicetta da portare al vicino ospedale.
Va beh, sono certo che ora tutti state riassaporando una timida parvenza di quel tal gusto, mai più provato. E vi scappa anche una lacrimuccia.
Oh, ma il cinema all’Oratorio? Un’altra volta, dai che non scappa… Se poi, spese le tue venti sudate lire, bianco di castagnaccio, neri i denti, pesto per i pugni presi dall’amico del cuore, lumata la ragazzina dalle trecce votata alle suore… poi, non ti sembrava che il chioschetto dei fratelli Martini fosse il “Paese dei balocchi”? E che il tuo amico, quello con l’occhio nero e senza il dente davanti come nello Zecchino d’Oro, in realtà si chiamasse “Lucignolo”?
Vittorio Colombo