Family Audit: ecco come migliorare la qualità di vita in azienda
La certificazione Family Audit è stata adottata da quasi 200 aziende in Italia con il coinvolgimento di circa 100.000 dipendenti. E’ nata nel 2008 in Trentino e in Italia si è diffusa con la prima (2012) e seconda (2015) sperimentazione nazionale. Approvate oggi in Giunta due delibere: la prima riguarda i risultati dell’analisi di impatto della certificazione compiuta su un campione di 34 aziende certificate. Quali risultati sono stati raggiunti in azienda? Diminuzione tangibile dei costi del personale: -0,9 giorni di malattia annui e -7,0 ore di straordinario annue per lavoratore. E inoltre introduzione del telelavoro +9%, banca delle ore +10,6% e orario personalizzato +3%. Approvata in Giunta anche la delibera che stanzia, attingendo al Fondo ex vitalizi, i contributi per imprese con sede in Trentino al fine di aiutarle a sostenere i costi per ottenere la certificazione. Grazie ai contributi, le aziende fino a 15 dipendenti potranno risparmiare oltre 4.000 euro e le aziende oltre 100 dipendenti circa 7.000 euro. Le spese sono a copertura del lavoro di consulenti e valutatori che assisteranno le imprese nel percorso di certificazione.
Il Family Audit è una certificazione che aiuta le organizzazioni a introdurre al loro interno strumenti di conciliazione vita-lavoro rispondendo alle necessità conciliative dei propri dipendenti nella gestione dei tempi dedicati alla casa, alla famiglia e al lavoro. I risultati, dopo aver acquisito la certificazione, sono evidenti in termini di miglioramento del clima aziendale, riduzione dei costi del personale e maggior fidelizzazione dei dipendenti. Il documento “Valutazione d’impatto familiare dello standard Family Audit” contiene l’analisi effettuata su 34 aziende che hanno aderito alla prima sperimentazione nazionale del 2012. Nel report si evidenziano dati positivi a conferma della bontà del marchio e delle ricadute concrete all’interno delle organizzazioni.
I NUMERI: Le 34 aziende del campione, che già avevano un buon livello di conciliazione, rappresentano 18.223 dipendenti (6.500 donne e 11.723 uomini) e hanno registrato – nel corso dei tre anni di attivazione del processo – un aumento in tutti gli indicatori di flessibilità rilevati annualmente. In particolare, le crescite più consistenti hanno riguardato gli occupati con banca delle ore (+10,6%), con telelavoro/smart working (+9,2%), con orario personalizzato (+3,1%), con part time (+3,0%) e con orario flessibile in entrata (+2,1%). Una riduzione decisiva si registra negli indicatori relativi ai “giorni di malattia medi all’anno per lavoratore” (-0,9) ed “ore di straordinario medie all’anno per lavoratore” (-7,0), a testimonianza dell’efficacia delle politiche di conciliazione nel migliorare le condizioni di lavoro.
CONTRIBUTI ex vitalizi: Approvata oggi in Giunta anche la delibera che stanzia i contributi, attingendo al “Fondo ex vitalizi per il sostegno della famiglia e dell’occupazione” per 50 aziende di dimensioni medio-piccole (massimo 100 dipendenti) con sede in Trentino: obiettivo è l’abbattimento del costo della certificazione, che è di durata triennale, nella misura massima del 100% dei costi riferiti alle attività del consulente e del 25% dei costi riferiti alle attività del valutatore. In concreto, una piccola azienda fino a 15 dipendenti potrà risparmiare oltre 4.000 euro di spese tra consulente e valutatore e una di grandi dimensioni (oltre 100 dipendenti) fino a 7.000 euro.