Elido, parte seconda: “Il cadavere sulla panchina non rispondeva”

Vittorio Colombo05/06/20226min
elido

Come succede per i film di Rocky, Rambo, Superman e di altri supereroi anche l’Elido Segalla, arcense assai noto in tutta la Busa, merita un rilancio. Questo dunque il seguito della storia già proposta, con testimonianze vecchie e nuove.
Bruno Tonetta: “Voglio dirvi una storia che mi raccontava il mio papà. Quando l’Elido era giovane e c’erano i sanatori ad Arco, quando morivano degli ammalati, lui con un carretto andava a prenderli per portarli al cimitero. Una volta, siccome ne aveva due da portare e più di uno non poteva perché era di un altro sanatorio, lo ha messo seduto su una panchina al di fuori della stazione ed è andato a prendere l’altro. È successo che di lì passava un signore che si è seduto lì vicino ed ha cominciato a parlargli. Dopo 10 minuti è tornato l’Elido, ha caricato il morto e ha chiesto al tipo. “Al rispondù?”. L’altro lo ha guardato ed ha detto all’Elido: “Ah no, deve essere proprio un tipo di poche parole”. A quel tempo il mio papà abitava in stazione, mi diceva che prese in giro per un bel pezzo quel che si era fermato a chiacchierare col morto”.
Bagno nella “fitta” per vivi e morti
Confermano la storia Lucia Turco e La Ferru. Quest’ultima dice: “Quella dei morti che portavano al cimitero di notte è vera. Come è vera anche quella che ne portavano due anche se non si poteva, Io abito vicino al cimitero di Arco dal 1951 e di notte ne abbiamo viste di tutti i colori perché chi portava giù i cadaveri era spesso su di giri. Una notte di inverno la ruota del carretto dell’Elido è andata sull’orlo della “fitta” e hanno fatto il bagno tutti, vivi e cadaveri”.
Il lampione con l’interruttore
L’Elido era un salutista è amava dormire all’aperto. Racconta Dario Rigo: “L’Elido dormiva sulle panchine dopo qualche bicchiere di troppo. Una notte si era addormentato su una panchina e una nevicata lo aveva ricoperto. Quando si risvegliò si scrollò di dosso la neve e andò alla ricerca di un bar aperto. Non prese neppure il raffreddore perché aveva “el riscaldamento centrale”. Poi sapeva che c’era l’interruttore dei lampioni (una volta c’erano) così lui spegneva il lampione perché la luce gli dava fastidio”.
Quante “mine” sulle strade
Nelle varie fasi della sua vita ha avuto vari mezzi di locomozione. Spingeva il carretto carico di legna a mano, aveva una bici con carretto dietro pieno di cartoni, ma era anche motorizzato.
Ci dice Fabio Emanuelli: “Ricordo l’Elido con il motorino, mi pare un Ciao Piaggio di seconda o terza mano. Un giorno, caduto per cause “naturali”, all’ospedale gli hanno ingessato spalla e braccio, ingessatura durata due o tre giorni. Poi se l’è strappata ed ha ripreso a girare i come se nulla fosse”.
Mara Fattorelli: “Girava anche con l’Ape. Si era ribaltato sullo stradone Arco- Ceniga. Poi l’Ape gliel’avevano tolta. Aveva alzato un po’ in gomito. La vicenda finì anche sul giornale”.
Ma i galli fanno le uova?
Molti aneddoti sui rapporti, spesso all’insegna dello scherzo, con gli arcensi Quando era con la sua Rosina all’ex macello di Arco qualche burlone portò loro cinque gallinelle giovani, così potevano avere l’ovetto fresco. Diventate grandi erano in realtà cinque galletti, infatti si passava e si vedevano l’Elido e la Rosina circondati dai galli.
Giorni al cimitero, notti sulla tomba della Rosina
Di sicuro quello tra due anime semplici, fuori del coro della cosidetta “normalità” benpensante, fu vero amore. L’Elido portava ogni giorno una rosa alla Rosina alla casa di riposo. Poi la storia del distacco. Dopo il funerale della compagna, l’Elido per molto tempo passava ore al cimitero vicino alla tomba dell’ amata. Diverse persone lo ricordano sempre seduto su una panchina. C’è poi ’episodio della notte dopo il funerale passata dall’Elido sulla tomba della compagna. C’è chi assicura che furono molte le notti che le passò lì. Ed è’ bello pensare, anche se non ci sono certezze, che andò proprio così.
Non fiori, ma un quartino all’Elido
Grande sensibilità di molti arcensi che, invece di giudicare, preferirono voler bene. Nella Mattei: “Il nostro amico Giuliano Rosi prima di andarsene ci ha detto: non spendete soldi per comperarmi fiori ma offrite da bere all’Elido quando lo incontrate. Così abbiamo fatto. Quando poi se n’è andato via per sempre anche l’Elido, al suo funerale tante persone con me erano commosse. Quando se ne vanno le persone buone fa più male”.
Vittorio Colombo