Dro, il consigliere Santoni: “Ignorato il volontariato che ha rilanciato la ferrata Che Guevara”

Nicola Filippi13/07/20253min
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Un’inaugurazione attesa, una ferrata simbolo per gli appassionati della montagna, un intervento di rilancio frutto del lavoro volontario di tanti cittadini. Ma anche, secondo Marco Santoni, una grande assenza: quella della comunità di Pietramurata, che quella ferrata l’ha vista nascere, crescere e tornare a vivere. Ed è proprio da questa riflessione che il consigliere comunale di opposizione ed ex candidato sindaco lancia un messaggio chiaro alla sindaca Ginetta Santoni: «Serve una rappresentanza di Pietramurata in giunta. La nostra frazione non può continuare a restare ai margini».

 

 

La “Che Guevara”, celebre ferrata del Monte Casale, è stata riaperta nei giorni scorsi dopo una lunga chiusura dovuta al rischio di crolli. La via, creata nei primi anni 2000 da Bruno Detassis e Cesare Bombardelli, era stata oggetto di forti polemiche per via del suo tracciato audace e del dibattito mai sopito tra protezione dell’ambiente e valorizzazione sportiva. Eppure, nel tempo, è diventata una delle più amate e frequentate vie attrezzate del Garda Trentino.

Alla base della riapertura non ci sono solo decisioni amministrative o tecniche, ma anni di manutenzione, lavoro volontario, cura silenziosa. “Dal 2017 al 2019 – ricorda Santoni – con il sostegno del Comune e di Ingarda sono stati sostituiti oltre 500 metri di cavo e posati 60 nuovi chiodi d’ancoraggio. Un’opera di grande impegno e responsabilità, portata avanti da una squadra di volontari”.

Ed è qui che arriva la stoccata. “Durante l’inaugurazione – scrive Santoni – non c’era nessuno a rappresentare Pietramurata. Nessuno dei tanti che hanno dedicato tempo, energie e competenze a questa ferrata. Nessun riconoscimento, nessuna parola pubblica. È questo che intendo quando parlo della necessità di avere una rappresentanza politica diretta della nostra frazione all’interno della giunta comunale”.

Nel suo intervento, il consigliere elenca uno a uno i volontari che negli anni hanno lavorato alla manutenzione e al miglioramento della via: venti nomi, venti storie di passione e dedizione. “Il volontariato non cerca riflettori, ma un’amministrazione attenta dovrebbe almeno riconoscerne il valore, coinvolgerlo, celebrarlo quando è giusto farlo”.

Il messaggio, pur nella sua sobrietà, è netto: “Le comunità vivono di partecipazione e di riconoscimento. Escluderle, anche solo simbolicamente, è un errore che mina il senso di appartenenza”.

Il caso della ferrata Che Guevara diventa così emblematico di un tema più ampio: il rapporto tra la frazione di Pietramurata e il governo del Comune di Dro. Una questione di equilibri, di ascolto, di rappresentanza. Che ora, con la nuova consiliatura appena avviata, torna al centro del dibattito politico locale.