“Don” Carlo Stella benedice “Lo scomparso” nel film TV

Redazione16/02/20254min
stella.carlo.e.maurizio - Copia (2)

Era proprio un bel prete, fatto e finito. Se ti avessero detto che dentro quella tonaca c’era un consigliere comunale, per di più socialista, avresti scosso la testa: “Non è possibile, è così… ecclesiastico!”. Carlo Stella appariva come un prete, con tutti i crismi. Gli occhiali da studioso di testi sacri, il portamento austero e compassato da sacre funzioni, poi quel suo disegnare nell’aria, con ampie volute, il segno della croce. E le preghiere? Un “De profundis” per una sepoltura così toccante non si era mai sentito al cimitero di Riva, dove don Carlo Stella accompagnava la calata nella fossa del morto. Defunto ammazzato che, nel caso specifico, era un bel manichino, perché, è il momento di dirlo, era tutto un film. Una finzione cinematografica. Ma che classe e che recitazione! Dietro il nostro don Carlo, dalla folta chioma candida da profeta delle Scritture, ronzavano le cineprese ed assistevano, ammirati, i componenti della troupe cinematografica. Si era nel mese di aprile del 1985 e si registravano le puntate dello sceneggiato “Lo scomparso”, che venne poi messo in onda, in quattro puntate, sulla prima rete RAI. Regia del trentino Marcello Baldi con riprese a Riva e in altre località della Regione. La scena madre rivana è quella della quale stiamo parlando. Al capogruppo in Consiglio comunale Carlo Stella, nemesi storica per un socialista verace, venne affidato il ruolo del “pretone” con tanto di messale in mano e acqua santa nel turibolo. Diversi furono i Rivani che si offrirono nel ruolo di comparse. Ad accompagnare il sacerdote due chierichetti e due ragazze. Si trattava di Nicoletta Parolari, segreteria dell’Azienda Turistica rivana, e di Claudia Gino studentessa. Un altro rivano, Renzo Dossi, nella vita proprietario dell’albergo Bastione, vestì i panni del latin lover. Lo sceneggiato “Lo scomparso” raccontava una vicenda gialla e quindi i morti ammazzati e i funerali ci stavano a puntino. Lo sceneggiato andò in onda nel maggio del 1987.
Carlo Stella è stato un caro ed esuberante personaggio che, pur non essendo di origine rivana, assunse a tutti gli effetti caratteristiche che più rivane non potevano essere. Era venuto a Riva negli anni Cinquanta con una compagnia di teatro. Si era trovato alla grande e aveva trovato l’amore sposando una delle sorelle Gerletti, quelle con il padre storico albergatore e gestore dell’Hotel Belvedere, proprio fronte lago al Brolio. La sua verve lo aveva portato a fare il presentatore in spettacoli vari, molti alla Spiaggia degli Olivi, e a fare il padrone di casa in diverse manifestazioni ufficiali. Per un periodo gestì l’albergo pizzeria Ancora, dove si radunavano i socialisti dopo i Consigli comunali. Girava per Riva in bicicletta, annunciato dal suo sorriso smagliante e dalla sua folta chioma bianca, entrambi marchi di fabbrica. Conosceva tutti e a tutti piaceva parlare con lui perché metteva allegria ed era una miniera irresistibile di barzellette.
Ecco, con affetto ci piace ricordarlo proprio come un attore che impersonava un prete. E lo faceva così bene che dei turisti tedeschi alla fine della cerimonia, all’uscita dal cimitero, gli chiesero se poteva… confessarli.
Vittorio Colombo