“Troppo rumore al chiosco delle Braile ad Arco”, scatta la denuncia. Ma altri cittadini insorgono

Nicola Filippi28/04/20245min
PARCO BRAILE BAR SOTTOTETTO ARCO (1)



 

Alcuni cittadini residenti nei pressi del Parco delle Braile di Arco hanno deciso di passare alle “maniere forti” per limitare il rumore provocato dal bar-chiosco inserito all’interno del grande parco pubblico. Anzi, lo vogliono chiuso. Hanno infatti realizzato una raccolta firme e denunciato il Comune (proprietario del chiosco dato in affido), presentando una mole di memorie su vari episodi di rumori molesti o “movida” non autorizzata. In passato erano stati numerosi i tentativi dell’amministrazione di dimostrare che il bar-chiosco del parco Mandela rispetterebbe le norme imposte dal contratto, effettuando anche sopralluoghi con gli agenti della Polizia Locale. Lo stesso sindaco Betta si è recato sul posto più volte per accertarsi della situazione. Per i residenti non è stato sufficiente. Ora hanno deciso di passare alle vie legali. Lunedì 29 aprile gli avvocati del Comune e dei residenti proveranno la strada della mediazione. Nel caso non si arrivasse a una soluzione e a una stretta di mano, c’è già in programma l’udienza del prossimo 8 maggio.

Nel giro di pochi giorni, però, un altro gruppo di cittadini, fra cui molti fruitori dell’Urban Space, ha deciso di avviare una nuova petizione contro la volontà di chiudere il chiosco nel parco Mandela. E sta avendo molto successo, grazie anche ai continui appelli sui vari canali social: “Sia il parco sia il chiosco non arrecano alcun fastidio, né rumori molesti”, si legge nel testo del documento da sottoscrivere. I promotori spiegano che prima l’area era abbondonata e ora, dopo i lavori di riqualificazione, anche grazie alla presenza del chiosco, è diventato un polmone verde vissuto e un’area presidiata.

I residenti sono così “avvelenati” da quanto “ingoiato” in passato che ora chiedono al Comune e al giudice del Tribunale di Rovereto la chiusura totale del bar. Il 26 marzo scorso in Comune è stato notificato l’atto con il quale si avvisa l’amministrazione che il contenzioso è stato attivato al tribunale di Rovereto «al fine di ottenere dal giudice la condanna dei convenuti all’immediata e definitiva cessazione dell’attività di bar chiosco di proprietà comunale o, subordinatamente, il divieto di espletare intrattenimenti musicali nel detto locale, il divieto di assembramenti sulla via pubblica circostante, oltre al risarcimento del danno per l’intollerabilità, presunta, dei rumori dai ricorrenti subiti durante il tempo di apertura del pubblico esercizio, oltre alla condanna al pagamento di somme per le future eventuali violazioni o inosservanze dei provvedimenti che l’autorità giudiziaria riterrà di imporre».
Anche il bando di gestione del bar-chiosco è in scadenza. E l’amministrazione Betta, per evitare nuovi dissapori con i residenti, anche alla luce della decisione del giudice, probabilmente dovrà mettere mano alle clausole. Intanto, nell’attesa del dispositivo del giudice, si studia una soluzione di compromesso. Mentre un gruppo eterogeneo di arcensi e altogardesani, fra cui altri residenti della zona e semplici fruitori del locale, hanno avviato una campagna di sensibilizzazione sui social #iostocolsottotetto. Fra tutti, prendiamo spunto dalle note di Danny Dusatti, amministratore di Nago Torbole, residente proprio davanti al chiosco. “La mia impressione è che da quanto il Sottotetto ha aperto i battenti, il parco Mandela abbia beneficiato di un grandissimo valore aggiunto, fornendo un servizio ai tantissimi fruitori dell’area, in larga maggioranza a famiglie con bambini che possono contare su ristoro e servizi igienici – scrive – Un parco vivo e attivo (per qualche mese all’anno anche fino alle 22) è essenziale in una città come Arco. Soprattutto, l’essere ben frequentato evita e non favorisce episodi di degrado sociale. Un parco buio e abbandonato, viceversa, senza che le persone lo possano vivere, non è né sicuro né auspicabile. Altro punto a favore la tipologia di bando di gestione, che ha assegnato il locale non per mero scopo di lucro ma in favore di un’associazione che ha organizzato tantissimi lodevoli eventi culturali di assoluto valore. Un plauso quind,i da residente, all’attuale gestione, che spero venga favorita e non ostacolata. Auspico – conclude Dusatti – che il Comune rappresentato da Alessandro Betta tenga la barra dritta a tutela delle proprie legittime decisioni e a sostegno di un’attività e di un’area fortemente voluta, che rappresenta un vero gioiello nel panorama della Busa”.