Comunali 2025, terremoto politico ad Arco e Riva del Garda: si decide tutto il 18 maggio

Nicola Filippi05/05/20255min
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La primavera 2025 non sarà facilmente dimenticata nei corridoi del potere locale tra Arco e Riva del Garda. Le elezioni comunali di domenica 4 maggio hanno scritto una pagina “storica” per il territorio, spazzando via due certezze che sembravano consolidate: il centrosinistra ad Arco e la Lega a Riva del Garda. Due simboli, due roccaforti, due capitolazioni. Un colpo di spugna elettorale che sa di cambio epocale.

 

RIVA DEL GARDA: IL CENTROSINISTRA AVANTI, MA SI DECIDE TUTTO IL 18 MAGGIO
A Riva del Garda, l’era di Cristina Santi si avvia verso la conclusione, e a succederle sarà con ogni probabilità uno tra Alessio Zanoni e Silvia Betta. Il primo, sostenuto da un’ampia coalizione progressista e autonomista, ha sfiorato la vittoria già al primo turno con un poderoso 48,52%, trascinato da un Partito Democratico che si conferma prima forza cittadina con il 19,17%. La Betta, vice sindaca uscente, raccoglie invece il 29,65% con un’alleanza “ibrida” che tiene insieme Patt, Fratelli d’Italia e spezzoni di centro civico.
Il dato più amaro lo incassa la Lega, che si ferma a un modesto 4,46%, cancellata di fatto dalla corsa con il candidato Carlo Modena, bloccato al 9,08%. Per il Carroccio è un crollo verticale, e il nome più votato è stato comunque quello della sindaca uscente Santi (142 preferenze), quasi un commiato silenzioso.
Gli outsider? La “figlia d’arte” Maria Pia Molinari si ferma al 10,18% nonostante un buon riscontro personale, mentre Grossi e Barbieri restano comparse (1,36% e 1,12%).
E il confronto con il sondaggio de “La Busa” conferma la tendenza: Zanoni era al 45,4%, Betta al 24,1% – numeri simili, ma la fotografia offerta online mostra una base elettorale più giovane, più fluida, più orientata alle novità.

 

 

ARCO: CROLLA IL CENTROSINISTRA DOPO TRE LEGISLATURE. TESTA A TESTA FIORIO-AMISTADI
A pochi chilometri, un’altra scossa politica ha fatto tremare le Palme. Ad Arco, per la prima volta dopo tre legislature, il centrosinistra viene estromesso dal ballottaggio. L’assessore uscente Dario Ioppi, sostenuto da PD, Campobase e Casa Autonomia, si ferma al 22,94%. Troppo poco per competere con i due candidati che si sfideranno il 18 maggio: Arianna Fiorio, in testa con il 35,45% e bandiera di una coalizione civico-ecologista, e Alessandro Amistadi, che sfiora il 30% con l’appoggio compatto di tutto il centrodestra, Patt compreso.
Un risultato che rovescia l’ordine delle cose: la città “rossa” si scopre improvvisamente incerta, contendibile, terreno fertile per nuove formule civiche e ambientaliste da un lato, e per una destra sempre più compatta dall’altro.
Anche qui il confronto con il sondaggio online è illuminante: Fiorio (36,1%) e Amistadi (25,4%) confermano le tendenze delle urne, mentre Ioppi e Ottobre (21,5% e 17%) ottengono consensi simili alla prova reale. Un segnale che l’elettorato più attivo online era già avanti nella lettura del cambiamento.

 

 

UN TREND REGIONALE E DUE SFIDE DAL SAPORE NAZIONALE

Il calo dell’affluenza è un campanello d’allarme che suona in tutta la provincia: a Riva si è scesi sotto il 55% (contro il 64% del 2020), ad Arco poco sopra il 57% (dal 66%). La disaffezione si fa sentire, ma non cancella la voglia di cambiamento.
Il centrosinistra perde Arco e rischia Riva. La Lega scompare da entrambi i Comuni. Il Patt arretra e si trova a recitare ruoli di supporto, sempre meno protagonisti. Il Partito Democratico regge dove è in coalizione forte, ma non basta. Le liste civiche avanzano, in particolare quelle legate a tematiche ambientali, lavoro e giovani.
Il 18 maggio si gioca non solo il futuro di due città simbolo, ma anche il laboratorio politico di un’intera regione in trasformazione. Gli elettori sono chiamati a scegliere tra il consolidamento di nuove leadership civiche e l’assalto riorganizzato del centrodestra.
Una cosa è certa: nulla sarà più come prima.