Arco col coro Castel a Roma alla commemorazione delle Fosse Ardeatine

Straordinaria partecipazione della città di Arco lunedì 25 marzo a Roma, alla commemorazione dell’eccidio delle Fosse Ardeatine: davanti al presidente della Repubblica Sergio Mattarella e alle più alte cariche dello Stato – erano presenti il presidente del Consiglio dei ministri Giuseppe Conte, i presidenti della Camera Roberto Fico e del Senato Elisabetta Casellati, il presidente della Corte costituzionale Giorgio Lattanzi e il ministro della difesa Elisabetta Trenta – e delle istituzioni locali – il presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti e la sindaca di Roma Virginia Raggi – il coro Castel della locale sezione della Sat diretto dal Maestro Michele Brescia (presente anche il presidente Paolo Simonetti) e accompagnato dall’assessora Silvia Girelli (presente il gonfalone della città) ha eseguito due brani: «Il testamento del capitano» e la «Ninna nanna» di don Morosini.
L’intervento del coro Castel, unico intermezzo musicale, è stato in apertura, subito dopo il momento di raccoglimento, ai piedi della lapide dedicata ai caduti nell’eccidio, e al discorso commemorativo di Sebastiano Di Lascio, rappresentante dell’Associazione Nazionale Famiglie Italiane Martiri (Anfim). Quindi l’esibizione del coro Castel, la cui scelta della «Ninna nanna» non è casuale: padre Giuseppe Morosini la scrisse nel carcere di Regina Coeli, dedicandola al compagno di cella Epimenio Liberi, giovane che aveva partecipato ai combattimenti di Porta San Paolo, mentre era in attesa di diventare padre di un figlio che non vide mai, perché morì nell’eccidio del 24 marzo.
Dopo l’intervento del coro Castel la cerimonia è proseguita con Aladino Lombardi, segretario generale dell’Anfim, che ha letto uno a uno i nomi delle 335 vittime della terribile strage nazista del 24 marzo di 75 anni fa. La cerimonia è poi proseguita con la preghiera cattolica e con la preghiera ebraica officiata dal rabbino capo della Comunità ebraica di Roma, Riccardo Di Segni. Al termine, il capo dello Stato e il ministro Trenta hanno deposto una corona di alloro sulla lapide che ricorda le 335 vittime dell’eccidio, all’interno del sacrario.