«Al Volt» di Riva del Garda è Bottega storica trentina
Si è svolta in municipio nel pomeriggio di giovedì 12 gennaio la cerimonia di consegna ai titolari del ristorante “Al Volt” della targa di Bottega storica trentina. L’ha consegnata il sindaco Cristina Santi ai fratelli Miriam e Maurizio Poli, figli di Angelo Poli, della nota famiglia di distillatori di Santa Massenza, e Ilde Pedrotti, che nel 1965 acquistarono il pianterreno di Palazzo Oliari, storica dimora seicentesca in via Fiume, dove due anni più tardi daranno vita al ristorante Al Volt.
Miriam e Fabrizio, emozionati e contenti, hanno dedicato l’attestazione alla mamma: «È a lei e alle sue sapienti mani che fu affidata la gestione del ristorante – hanno spiegato – aiutata inizialmente da zia Elda e dalla figlia maggiore Mirta, prima del suo matrimonio e del trasferimento a Verona».
Nel 1981, dopo la morte di Angelo, Miriam e Maurizio subentrano nella gestione del ristorante. Maurizio nel frattempo si è sposato con Sylviane e Miriam con Alberto, dando così a mamma Ilde un’altra mansione: l’aiuto nella crescita dei nipotini. Con il subentro ai fornelli di Maurizio prima e di Tonina poi, la proposta culinaria del ristorante Al Volt si è via via evoluta. Nel 2001 la struttura viene completamente ristrutturata, passando dal suo originario stile rustico a uno più elegante e ricercato. Oggi, passata la soglia dei cinquant’anni di attività, il locale è specializzato nei piatti della tradizione, rivisitati dagli chef alla ricerca di un equilibrato intreccio tra lago, mare e terra.
Per ricevere il titolo di Bottega storica trentina l’esercizio, come da Normativa, deve svolgere la propria attività da almeno cinquant’anni negli stessi locali e nello stesso settore merceologico, oppure in settori affini, mantenendo le caratteristiche originarie dell’attività. Inoltre è richiesta la presenza nei locali di elementi, strumenti, attrezzature e documenti di interesse storico, artistico, architettonico, ambientale e culturale, o particolarmente significativi per la tradizione e la cultura del luogo.