“Spaghetti! Cappuccino!” gridò ai soccorritori il tedesco incrodato in parete

Vittorio Colombo24/05/20202min
alpinosoc1 - Copia

“Spaghetti! Cappuccino”: era l’urlo (le uniche parole che sapeva in italiano) con il quale un tedesco con un braccio rotto era riuscito a richiamare l’attenzione degli uomini del Soccorso Alpino di Riva del Garda e veniva così recuperato. Arrampicava scalzo. Era il 1986 e le urla venivano dal Gran Diedro di Dro. Dieci anni dopo un altro allarme: un uomo muore precipitando per 100 metri dalla via Boomerang del Brento. I ragazzi del Soccorso Alpino recuperano il corpo. È quello di “Spaghetti e cappuccino”.
Nel 2002 una Mongolfiera si schianta sul monte Brione al Linfano di Arco. Le distinte signore e i nobili signori partiti da Monaco di Baviera vengono liberati dalla cesta impigliata sulle rocce: hanno tutti il colbacco e sembra di stare in un libro di Jules Verne.
Accade nel 1992: 120 chili di stazza e lo chiamano “El Popo”: si infortuna suonando le campane. Viene recuperato all’interno del campanile di Nago e calato dalle bifore nella piazzetta del paese.
Nel 1986 un prototipo di Audi 4 precipita dal monte di Pregasina. Morto il conduttore e illeso l’amico che ai soccorritori dice queste prime parole: “Mi gò fortuna”.
Nel 1978 a Tremalzo si cerca un bambino di 6 anni: si era perso mentre sciava. Trovato e messo in salvo il giorno dopo, dopo una notte a meno 15 gradi di temperatura, disse: “Ma erano tutti sordi? Non mi sentiva gridare nessuno?”.
Sono solo alcune delle infinite storie che raccontano i volontari del Soccorso Alpino di Riva. Professionali e generosi au quali va un grazie da tutti. Altre storie seguiranno.
Vittorio Colombo

La Busa Vorremmo mostrarti le notifiche per restare aggiornato sulle ultime notizie.
Rifiuta
Consenti notifiche