IL CORO CASTEL SAT DI ARCO E IL MONDO DEL DIALETTO DICONO ADDIO A FRANCESCO PRATI

“Si firmava “El Solito” quando scriveva le sue poesie dialettali che spaziavano da aspetti della vita interiore a ricordi, ad esperienze personali nei tanti settori della vita comunitaria che l’ha visto interprete sempre presente e parte fortemente attiva. Francesco Prati dei “Mòri”, come era uso dire, se ne è andato in punta di piedi dopo aver sofferto negli ultimi anni malanni fisici non indifferenti che mai però ne avevano fiaccato la voglia di vivere, la voglia di essere sempre presente con i suoi contributi di saggezza, di consigli mai superflui, mai inutili. L’Associazione culturale dialettale “G. Floriani”, di cui Francesco era stato fra i promotori, lo vuole ricordare con una sua poesia dedicata a Santa Cecilia, patrona dei cori, lui che del coro “Castèl” è stato componente, dirigente, scrupoloso segretario, anche presidente. Di questa sua attività aveva parlato Telegarda in una puntata di “Non è mai troppo tardi per emparar el dialet” insieme a Bruno Modena e Gilberto Galvagni. Francesco Prati ne usciva con tutta la sua carica emotiva personale, con tutti i suoi sentimenti, con tutte le sue emozioni scaturite grazie ad anni di vita vissuta per il bene della nostra Comunità”. Questo il pensiero inviato in suo ricordo dal Presidente della Associazione “G.Floriani” Livio Parisi.
ORAZIÓM A SANTA CECILIA
O dolcissima Patrona
de chi canta e de chi sóna:
fa che gabia semper voia
(dopo aver metù ‘na maia,
saludà quei che me basa
e serà bem l’us de casa)
de arivàr, Ti te sai dove,
en orari ale prove;
de ubidirghe al maestro
(anca se nó som de estro),
ai concerti e coi me amizi
star atento e far giudizi;
cantar bem, ma per davéra,
fim che sóm chì su ‘sta tera.
Quande avrò serà ‘l restèl
fa’ che canta su nel ziel.