Cabine telefoniche e… tanti ricordi

Vittorio Colombo17/03/20243min
cabina riva - Copia

L’ultima cabina telefonica rivana resisteva, prima della deportazione, avvenuta il 16 agosto del 2020, a un passo dalla Fraglia. Aveva vissuto gli anni della Dolce Vita rivana, quelli delle miss e delle balere. Faceva bella mostra di sé davanti all’Hotel Riva. Strillava e i taxisti ricevevano gli appelli dei clienti. Non era la sola, a Riva, che aveva peraltro un posto pubblico con più postazioni in viale S. Francesco, di fronte al Sembenini. Altre cabine, abitacoli alti e stretti e simil-trasparenti, con tre lati fissi e uno a guisa di porta, erano in giro per Riva. Una davanti al vecchio Ospedale. Ci si stava dentro in solitaria, oppure in due, bello con la morosa, oppure in dieci per scommessa studentesca.
È stato il luogo nel quale il vissuto, quello più autentico, si è manifestato. È stata la confidente discreta di amori, disamori, abbandoni, strepiti, liti, promesse, confidenze, fino a… “Mamma, butta la pasta” o a “Ti amo ma, porca, non ti sento e tu?”e finivano i gettoni. Oggi i gettoni sono buoni per i carrelli dei supermercati. Andavano giù nella fessura dell’apparecchio appollaiato nella cabina, che “i se copéva”. Una cascata, maledizione! E poi le attese: “Siora, l’è n’ora che l’è dentro”. Quando si attendeva fuori, disperati, pioveva sempre. E c’era un donnone con le borse della spesa che era intasata dentro e, quando entravi, invocavi il Pino Silvestre Vidal. Era bello anche perché ti facevi una cultura: c’erano le scritte, non riferibili, e gli elenchi del telefono annotati e smangiucchiati. Cimeli. Dopo i fasti ai taxi, la Nostra rivana era stata spedita in pensione davanti alla Fraglia, dove aveva finito i suoi giorni, ormai verdastra. Stava proprio male quando sentiva i ragazzi chiedere: “Cos’è? un gabinetto?”. No, dai, è stata una signora Cabina. Oggi è entrata nella mesta lista delle nostre cose perdute, come i nostri anni belli. E sono molti quelli che a quel luogo, raccolto e un po’ magico, hanno legato momenti della propria vita, belli o tristi. Immagino un luogo, tipo la Busa, cimitero degli elefanti. Le migliaia di cabine salvate se ne stanno ammucchiate. Le cornette alzate si raccontano le loro storie. L’ultima cabina rivana strilla che è un piacere: ne ha proprio di belle e racconta di noi.
Vittorio Colombo

 



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