La festa della mamma
La Festa della Mamma mi fa pensare a quando non ero ancora mamma. A quando passeggiando incappavo in una carrozzina e distoglievo lo sguardo, perché a casa c’erano tanti stick di gravidanza falliti a ricordarmi ogni giorno che dovevo “togliermelo dalla testa”.
La festa della Mamma mi fa pensare a quando, contro il parere di alcuni medici e seguendo il parere di altri, mi addentravo nelle spire della fecondazione assistita e ne uscivo dilaniata nel corpo e nello spirito, sicura che avrei risolto il mio dolore solo addormentandomi per sempre.
Fu la festa della Mamma anche quando persi il battito del mio primo figlio, mentre dai vetri di un ospedale di periferia mi chiedevo cosa volesse Dio da me e – soprattutto – perché mi facesse affrontare tutto quello.
Per contro, la festa della Mamma mi fa anche pensare a quando, inaspettatamente, su uno di quegli stick bianchi e rosa sono comparse le due lineette. Nette. Sicure. Tronfie del loro successo.
Ed io, neurodiversa, continuavo a fissarle chiedendomi se le stavo vedendo davvero o se era solo quello che volevo vedere da anni… Da tanti anni. Sette, giorno più, giorno meno.
E la festa della Mamma, quando le sue manine calde si sono posate sui miei occhi durante i primi istanti che abbiamo trascorso insieme, ha finalmente avuto un senso.
Raddoppiato quando, dopo un’estate a Recco, in Liguria, è arrivato il mio secondo grande amore. Altre manine calde da coccolare e da tenere per mano fino a che vorranno.
La festa della Mamma non sono i regali, le rose, i cioccolatini e le dediche sui social.
La festa della Mamma sono i figli.
Quelli che nascono, e quelli che portiamo nel cuore, tenendoli per mano per l’eternità.