Addio a Giancarlo Bonometti, pilota d’aereo con Riva nel cuore

Vittorio Colombo15/01/20234min
mauro.giancarlo bonometti - Copia

Giancarlo Bonometti ha “alzato l’ombra da terra” e a bordo dell’aereo dell’ideale è salito nell’Altrove misterioso. Per qualcuno è il Cielo, per altri è il luogo della quiete, l’approdo estremo dopo giorni talvolta difficili, vuoi per l’età, vuoi per fatali malanni.
Giancarlo era un pilota d’aereo ma, e non è una contraddizione, anche uomo di lago, perché era un Bonometti, rivano doc, fratello di quel Mauro che, fino alla sua scomparsa avvenuta un paio d’anni fa, era il prototipo della rivanità lacustre più autentica (nella foto Mauro e Giancarlo, il piacere di un incontro tra fratelli). Giancarlo, morto a Roma assistito dalla sua famiglia, era del 1936 e gli 87 anni li avrebbe compiuti nel prossimo luglio. Ma, nonostante la lontananza, il suo cuore, come ricordano i famigliari, è sempre stato legato alla sua Riva, al lago e alla pattuglia degli amici della sua giovinezza, pattuglia sempre più sparuta perché il tempo non fa sconti e la “vecchia guardia rivana” si va purtroppo sempre più assottigliando. Quella di sabato 14 gennaio è stata una giornata triste segnata da due funerali. I luoghi sono lontani, ma i destini sono ugualmente legati allo spirito gardesano: a Riva l’ultimo addio a Mario Santoni, professore di Matematica gentiluomo che, sorte imperscrutabile, dei fratelli Bonometti era cugino, quindi nei pressi di Roma le esequie di Giancarlo, che amava il lago della sua giovinezza, ma i paesi e destini li voleva vedere dall’alto.
Si parla di una generazione, quella dei Bonometti, dei Santoni, dei Torboli, dei Dassatti, allevata da dopo la guerra dalla Fraglia della Vela. Come ci ricordano le foto d’epoca. Dopo la formazione rivana i percorsi si separano. Ciascuno segue la propria strada e le proprie passioni.
Luciano Dassatti, “Lucianino” perché era il più piccolo della compagnia, e che oggi ricorda con rimpianto gli amici scomparsi, nei primi Sessanta diventa Ammiraglio ed è ai vertici della Marina Italiana.
Mauro Bonometti, professore di Musica, resta a Riva da protagonista amato da tutti, con la sua musica e la sua verve.
Il fratello “più grande” Giancarlo, seguendo il suo sogno, supera i corsi e diventa pilota d’aereo nell’Aeronautica militare. Passione e bravura lo portano quindi a diventare primo ufficiale e, nel 1976, a soli trent’anni, comandante di Jumbo in Alitalia. La pensione, arrivata nel 1996, quando Giancarlo di anni ne aveva sessanta, non affievolisce la passione per il volo. Con due amici dà vita ad una pattuglia acrobatica, gli “Angeli Arrugginiti”, che, con aerei d’epoca, desta meraviglie nei cieli di tutta Italia.
Giancarlo era allegro, affabile, sempre pronto a divertirsi in compagnia e, fino a qualche anno fa, era una festa quando veniva a Riva a trovare la sua famiglia e il fratello Mauro. “Ha fatto la vita che desiderava, pilotando un aereo, ma sempre con la sua Riva nel cuore” lo ricordano con rimpianto i famigliari, la moglie Paola e i tre figli, Federica, Stefano e Francesca.
Personaggi che sono d’acqua e di cielo, che seguono vie e destini diversi, ma che saranno sempre “rivani”. Ed è giusto che Riva conservi le loro storie, perché sono una ricchezza che deve restare anche dopo la triste ora degli addii.
Vittorio Colombo

 



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