MASO RONC E LA MADDALENA A RIVA, COMPENDI DA RECUPERARE
Promossa dal gruppo Riva Dinamica, si è tenuto alla Rocca di Riva del Garda l’incontro pubblico dedicato a due temi importanti: il recupero di Maso Ronc, edificio ormai fatiscente e in abbandono da qualche anno situato sulle pendici della Rocchetta poco distante dal Bastione, e il progetto di rivalorizzazione del Compendio Ex Maddalena, struttura alberghiera privata di proprietà della famiglia Baroni. Relatori la geometra Sara Bombardelli, il presidente di Lido S.p.A. avvocato Andrea Dalponte e Luciano Baroni, per conto della famiglia Baroni proprietaria del compendio alberghiero ex Maddalena.
Nel corso della serata la geometra Sara Bombardelli ha illustrato il compendio Maso Ronc, frutto del lavoro di una tesi di laurea dell’architetto Francesca Bertamini e già inserito nel programma elettorale dell’attuale primo cittadino Adalberto Mosaner, una struttura che sta andando in rovina, di proprietà comunale e nella quale fino a qualche anno fa abitava una famiglia, la Bordignon, che si occupava anche di tenere un po’ di ordine e pulizia nei vasti terrazzamenti che scendono verso il centro abitato.
Sul compendio ex Maddalena è intervenuto Luciano Baroni, spiegando che ormai da vent’anni non si riesce ad instaurare un dialogo con l’amministrazione comunale in merito al recupero e valorizzazione del compendio familiare, in cui è inserita la storica chiesetta della Maddalena risalente al XIII secolo. Baroni ha detto che sarebbe disposto anche ad una riduzione degli attuali volumi, pronto a cedere la proprietà della chiesa purché si possa dialogare sul progetto con cui si vorrebbe portare a far rivivere l’ex struttura alberghiera ubicata sempre sulle pendici del monte rocchetta.
Un progetto nel quale si potrebbe inserire la prossima realizzazione dell’ascensore panoramico che porterebbe i turisti sul Bastione, per valorizzare l’antica torre e offrire una chance in più ai gestori del ristorante lì situato. In merito è intervenuto il presidente della Lido S.p.A. Avvocato Andrea Dalponte, il quale si è dichiarato disposto a colloquiare con le parti per quanto concerne la quota di proprietà pubblica della società da lui presieduta (la Lido, appunto) e che è preposta sul territorio (come da Statuto) a promuovere lo sviluppo economico e civile della comunità, operando nei comparti del turismo, commercio, fiere e altri.
Insomma, il progetto di realizzare un orto botanico, risalente ancora ad un progetto legato al padre dell’ex sindaco di Bolzano il ledrense Spagnolli, e alla più recente “rivisitazione” dell’architetto Francesca Bertamini, che per conto della Provincia aveva anche messo nero su bianco idee, costi e tempi per riportare in vita e dare alla città un luogo culturale da vivere. Un luogo dove potrebbero trovare posto sedi di associazioni, trovarsi artisti, portare studenti in visita. Tutto purché attendere che crollino i muri a secco e l’intero edificio per poi disfarsene a poco prezzo.