Hai dieci mesi e mezzo e quando ti porto in spiaggia gattoni velocissimo sollevando ovunque nuvole di sabbia, ma sei così simpatico che nessuno si arrabbia - tutti ti amano, così come sei: spontaneo, ridanciano, morbido fuori come dentro.
Tutti i pomeriggi, dopo il pisolino, andiamo in centro col tuo passeggino a tre ruote e ci perdiamo tra i viali alberati di una Rimini sonnolenta che come tutti i centri turistici si attiva solo la notte.
Quando entrambi, mamma e bambino, dormiamo cercando di sognare qualcosa di migliore per il nostro domani.
Sai, tu sei un bambino da dieci mesi e mezzo - ma anch'io sono una mamma dallo stesso giorno.
Abbiamo trascorso nove mesi uniti in una simbiosi che il parto non è riuscito a cancellare, così ciò che ti rende felice fa lo stesso con me e - purtroppo! - viceversa.
Ad un certo punto, arrivati a metà del giro, passiamo davanti ad un negozio di giocattoli e lo vedo: è un piccolo cavallino di pezza con le ruote di legno, ha il musetto dolce e una fattura delicata - che non si vede quasi più.
Entriamo e lo compro, qualcuno mi dice che non ti interessano quelle cose perché sei un maschio, e si sa che ai maschi non piacciono le cose dolci e delicate.
Ma sei mio figlio, e appena vedi il cavallino lo afferri con le mani cicciottelle e ridi estasiato girando le sue rotelline.
Quel cavallino oggi è nella tua camera, accanto al tuo letto.
Sono passati quasi tredici anni, ma diversamente da chi sosteneva di amarci, non l'hai mai abbandonato. Ed è per questo, che sono tua madre. Ti voglio bene.
Roberta Nina Bianchin - autrice
https://roninabianchin.blogspot.com/