1973: la Rocchetta brucia, rivani in soccorso con la seggiovia
L’incendio era impressionante. Un filo dell’alta tensione, forse per il vento, era caduto provocando fiamme altissime nella pineta della Rocchetta. Anno 1973, Riva era in pericolo. I Vigili del Fuoco facevano miracoli, ma non bastava. Una lotta impari.
Che fare? A mali estremi… Il segretario comunale Bepi Degara, con il placet del sindaco Bruno Santi, promosse una mobilitazione cittadina, una vera “chiamata alle armi” di tutti i rivani. Una vettura, munita di altoparlanti, prese a percorrere le vie cittadine. L’invito era perentorio: “Rivani, la vostra città è in pericolo. C’è bisogno di voi. Munitevi di zappe, picconi e secchi e correte alla seggiovia per il Bastione”.
La risposta fu corale. Schiere di rivani di ogni età e di ogni censo furono “imbarcati” sui precari e sferraglianti seggiolini e, ovviamente gratis, furono scaricati in alto. In prima linea, nei pressi della zona rovente del Bastione. Sotto la guida del capo cantiere Doro Lutteri e del capo Ufficio tecnico geom. Fontana i volontari, a colpi di zappe e picconi, scavando una trincea realizzarono una linea tagliafuoco. Molte ore dopo le ombre della sera accarezzarono il ritorno dei volontari, scaricati dai seggiolini sopra il “Moulin Rouge”. Distrutti dalla fatica, affumicati, ma orgogliosi, fieri e felici come non mai.
La storia mi è tornata alla mente considerando che tra i mille effetti della tragedia del virus c’è anche quello del mancato rilancio della storica seggiovia per il Bastione previsto per Pasqua. Ora la speranza è che, finita l’emergenza, la seggiovia possa tonare a essere un simbolo della ripartenza, turistica ed economica. Ma una vicenda, come quella della “chiamata alle zappe” e la seggiovia del Bastione, usata come tradotta per la prima linea di fuoco, non meritava di andare nel dimenticatoio. Va beh, è successo oltre mezzo secolo fa ma, da allora, una storia simile non si è più sentita.
Vittorio Colombo