Due Rivani fanno evadere la ragazza da Berlino Est

Vittorio Colombo09/06/20244min
ambulanza est

Si doveva far evadere una ragazza da Berlino Est. Primi Ottanta, anni di Guerra Fredda, ma anche di sangue. Chi cercava di passare da Berlino Est all’altra parte del Muro (caduto nel 1989) se scoperto veniva ucciso dalle guardie russe. C’è una storia, poco nota, ma che ha dell’incredibile e che vede come protagonisti due Rivani speciali. Ecco la storia. Un bel giorno Adriano Lutterotti, conosciuto come l’“Inventore”, dice a Franco Carloni: “Ho un amico che ha la fidanzata a Berlino Est, se gliela portiamo di qua ci regala una tv a colori”. Il mio amico Franco (tanti cari auguri), spirito avventuroso, motociclista, spesso nei cieli con un ultraleggero, per cose di questo tipo è sempre pronto. Qualcuno li mette in guardia: “Guardate che se vi scoprono vi ammazzano o, se va bene, finite in un gulag in Siberia”. Che sarà mai? Il Franco girava allora con una autoambulanza della Seconda Guerra Mondiale. L’aveva comprata a Trento, era verde ruggine ed assomigliava, pur squadrata, a un bizzarro camper. Il Lutterotti era un genio delle invenzioni e, anche lui come il Franco, era di quelli che non aveva il senso della paura. Così i due si ritrovano nel garage e mettono mano all’autoambulanza-camper. Con saldature alla fiamma ossidrica dotano il mezzo di un sottofondo. Però lo ricavano all’interno in maniera tale che, guardando sotto, appare tutto regolare. Poi decidono di mimetizzare il mezzo trasformato in camper che chiamano “Mangiastrada”. Lo riempiono di disegni hippy, di fiori e di colori, così da sembrare una carovana di nostalgici di Woodstock. Quindì partono e vanno. Il luogo dell’avventura è degno della storia. È il classico ponte dei film dove avvengono gli scambi delle spie. I militari dalla parte russa, vista la bizzarra carovana, si fanno quattro risate: “Dove andate con quel catorcio? e a che fare?”. Pacche sulle spalle. “Che gente strana quelli dall’altra sponda!”. Fatto sta che i Nostri varcano il confine, caricano Heidi, la ragazza di Berlino Est, la seppelliscono nel doppio fondo interno e tornano al ponte. E qui viene il bello. Roba da vita o da morte. Arrivano alla barriera. Ahi! le due guardie li invitano a portare il mezzo in uno spiazzo a fianco del ponte, dove avvengono i controlli accurati. “Ci siamo! – si dicono i due – Adesso siamo nei guai grossi”. Stanno lì fermi, in attesa del drammatico epilogo. Vedono le guardie che si sbracciano e urlano. Il sangue va in acqua. In un attimo si trovano in mezzo a una decina di guardie. “Hanno chiamato rinforzi ed ora ci fanno fuori” pensano. Ma quelli ridono a crepapelle indicando il bizzarro camioncino. “Sono pazzi questi occidentali!”. Fortuna vuole che le guardie che li hanno fermati sono le stesse con le quali hanno “legato” all’andata. Nuove pacche sulle spalle… e risate. “Avanti, avanti, bizzarri occidentali!”. Così la corriera hippy con nel sottofondo la fuggitiva Haidi percorre il “Ponte delle spie”. Missione compiuta. Dopo un paio di settimane, però, la fuggitiva e il suo amico, quello che aveva commissionato il rapimento, si lasciano. E la tivù a colori? Non si è vista. Né a colori né in bianco e nero.
E il mitico camper “Mangiastrada?”. Tranquilli, la storia prosegue la prossima puntata!
Vittorio Colombo