Giocare ai dottori e… un gelato per le tonsille

Vittorio Colombo10/04/20225min
DOTTORI chincarini OK

Visita medica annuale. Dalla Scuola Elementare di Sant’Alessandro, a piedi, all’ambulatorio di Riva. Alle scuole “Pernici”. Dottor Menotti o dottoressa Comai, infermiera Milena Chincarini. Tutti in mutande sulle panche. Vergogna e risolini. Caldo da scoppiare.
“El Marieto ‘l mòla ‘n péto”.
“Nó sóm stà mi”.
“Sì, tó sorela”.
Ordini: “Sulla bilancia! Appoggia il petto, schermografia”.
Guardi il compagno. Che bello lo scheletro sullo schermo… Bilancia con asta mobile, peso e altezza.
Ti cacciano in bocca un pezzo di legno e ti dicono: “Fai ahhhh!”. Adesso soffoco.
Palpatina in mezzo alle gambe. Dove non batte il sole. “Sono scese?”. Ma porco diavolo! Scese, altrimenti bisogna tirarle giù. Le palline. Ma dico, sono un albero di Natale? E poi, vietato toccare in quei posti.
Già, quando si gioca ai dottori c’è la Susy. “Qui c’è un salame in più” dice. E vuole prendere le forbici per tagliarti il ciccio. Così tutti scappano.
“Ha bisogno di iodio”. Di odio? Al mare, colonia di Calambrone. Neanche morto
O colonia di Locca, piccole assistenti, grandi schiaviste: “O magnar de sta minestra o saltar dala finestra”. Meglio saltare. Fuga dopo due giorni dalla Colonia penale di Locca. I miei mi prelevano, per pietà, con macchina presa a noleggio. Lavata di capo. Ma salvo, pronto per i bagni “al port”.
A scuola vaccinazione obbligatoria. Marchiato a vita con le “varole”: bozza grande un soldo sul braccio sinistro, sotto la spalla. Esperimenti di tatuaggi di classe.
Il miele contro la tosse. Colpi di tosse sospetta per sbafare miele come un orsetto lavatore.
Il cotone con l’olio bollente nelle orecchie per l’otite.
Il dente legato con una cordicella e attaccato al manico della porta. Occhi chiusi. “Splàm”, sadico sbattimento della porta.
Il dentino, da latte, cariato o del giudizio, sotto il cuscino per “Santa Polonia”. Al mattino c’è il soldino. E un buco in mezzo ai denti. I compagni a scuola cantano: “ Fammi crescere i denti davanti, te ne prego bambino Gesù”.
L’olio di ricino, arsenico puro che ti cacciano in bocca. Tieni duro e poi sputi. Trucco scoperto, botta sullo stomaco. Pesce marcio, sapore in bocca vomitevole, eterno.
Aver paura di prendere “l’ariòma”, “le rime”, i “geloni”, “el gatar”, “la toss caìna”.
Raccogliere “denti de cagn”, erbe strane, fiori di sambuco. Portarli alla nonna che fa intrugli contro le “infeziom”, “el mal de panza”, “el mal dela préa”. E, “atenti ai reumi e ale gréze”.
Far pipì sulla ferita perché così si disinfetta meglio. Mettere l’erba sulle ferite. Ascoltare la nonna e mettere delle “terlaìne” sulle ferite, coprire con una benda, cambiare “terlaìna” ogni tre giorni. Qualcuno ci mette anche del petrolio o della “pacèca”.
Tirar via le sanguisughe dalle gambe nel fosso. Se le metti in un barattolo, poi il gatto le mangia.
Grattar via le croste dalle ferite e mangiarle.
Tirare le caccole con l’elastico alle bambine a scuola.
Dove va a cadere la “candela” che esce dal naso se non hai un fazzoletto?
E che fare per “l’óngia ‘ncarnàda”, “el giradito”, “l’orciol”, “i ginòci mondài”?
Per le punture dei calabroni, per le libellule “cavaòci”, per le vespe e le “af” premere sul pungiglione “incarnato” con un ferro o una moneta.
Il citrato per digerire “el tónco del pontesèl”.
La magnesia “Misurata aromatic” e, se proprio, “gh’è ‘l clistér co la pereta”.
Prendere uno spavento per far passare “el sangiót”.
Il “Vic vaporub” spalmato sul petto riscalda ed è una carezza della mamma.
Mai dirlo, sempre brontolare! L’Acutil per diventare furbo, rincretinito dai giornalini, il digestivo “Ahhhantonetto” visto a Carosello.
E, soprattutto, il gelato per le tonsille. “Mamma, quando mi cavano le tonsille?”.
Vittorio Colombo

La Busa Vorremmo mostrarti le notifiche per restare aggiornato sulle ultime notizie.
Rifiuta
Consenti notifiche