Dall’addio a Roy Bertè a quello del cinema Roma

Redazione29/12/20244min
cine roma - Copia

Dalla facciata del glorioso cinema Roma tra poco scompariranno le insegne che ancora resistono su viale Dante. Poco tempo fa si è conclusa la trattativa che ha portato la Fondazione Bertè, proprietaria dello stabile, a cedere il complesso alla “Winkler s.r.l.” del gruppo Bortolotti Costruzioni. Atto notarile, licenze edilizie, tutto assolutamente in piena regola. Per Statuto la Fondazione Bertè di Cavedine non poteva vendere, ma solo permutare, e questo passaggio è avvenuto con l’acquisizione, come contropartita dello stabile rivano, di un importante negozio a Rovereto. Stessi valori stimati e vicenda conclusa con tutti i sacri crismi. La Fondazione Bertè dalla sua costituzione nel 1972 sostiene con borse di studio i ragazzi meritevoli delle scuole di Cavedine.
La vicenda, è opportuno ricordarlo, nasce da una tragedia. Il complesso di viale Roma era di proprietà della famiglia Bertè di Cavedine. Il 12 novembre del 1942 venne abbattuto, nei cieli di Firenze, l’aereo pilotato dal ventiduenne tenente pilota Roy Bertè. C’è una foto dei solenni funerali rivani con il papà e la mamma che, affranti, sono sostenuti dalle autorità militari in alta uniforme. Il padre Oreste Bertè, nell’aprile del 1972, di ritorno dall’America, diede vita ad una Fondazione, in ricordo del figlio, con la donazione dello stabile che ospita il cinema Roma. Oreste Bertè muore a Rovereto il giorno di Natale del 1973. Da allora i proventi degli affitti sono gestiti dalla Fondazione a scopo benefico. Il cinema Roma cessa le proiezioni nel 2008 e, dunque, per 16 anni sono rimaste solo le vetrine esterne e le scritte. Come era avvenuto per il cinema-teatro Perini si fece una raccolta di firme, ma non ci fu niente da fare. La Provincia aveva stabilito che il cinema, 270 posti a sedere e un loggione meraviglioso, non aveva alcun valore storico o architettonico e non esisteva alcun vincolo di tutela. Quindi, la storia del Roma, almeno per quel che riguarda la proprietà, iniziata con il funerale del giovane pilota, si conclude dopo un’agonia durata ben 16 anni. Per il Roma, come già per il Perini, restano i ricordi di generazioni di Rivani, che hanno conosciuto numerose belle stagioni con le proiezioni dei Kolossal negli anni ‘50, dai “Dieci Comandamenti” a “Spartacus”, poi negli anni ’60 dagli ”007” di James Bond ai western di Sergio Leone, per passare alle commedie all’Italiana con la Fenech e compagne, e avanti con le pellicole inizio Duemila. Tra i ricordi più cari agli ex ragazzi anni ‘60 i “cartoni animati” del giovedì pomeriggio, con Gatto Silvestro e Titti, Tom e Jerry e il povero Willy Coyote e l’insopportabile Bip Bip. Tutti hanno una storia personale, spesso sentimentale, legata al loggione del Roma.
C’era una volta un’epoca nella quale a Riva si contavano ben quattro cinema: con il Perini e il Roma, il don Bosco all’Oratorio e il cinema all’aperto San Marco di viale Prati. Ma, diciamolo, facevano ormai pena le vetrate della facciata di viale Dante, sovrastate dalla scritta Cinema Roma, ormai morto da 16 anni. Un logoro manifesto funebre. L’eterno e annunciato “The End” oggi è arrivato. Le ruspe chiuderanno il sipario e, dopo il Perini, demoliranno tutto. Ma, tranquilli, i ricordi, quelli belli, sono ben più forti delle ruspe.
Vittorio Colombo