Botte tra l’Imperatore e il Pascià alla Notte di Fiaba
Non si sa davvero chi vinse. Ma quel che è certo è che furono botte da orbi tra le legioni nautiche dell’Imperatore romano e le milizie da sbarco del Pascià d’oriente.
Lo scontro fu epico ed avvenne, con abbordaggio delle due navi da parte dei bizzarri combattenti contrapposti, nello specchio d’acqua proprio di fronte alle tribune che, gremite all’inverosimile, erano state allestite davanti all’Hotel Sole.
Mancava qualche minuto alle ore 21 di domenica 31 agosto del 1952 e a Riva del Garda andava in scena la terza edizione della gloriosa Notte di Fiaba.
I due natanti si scontrarono. Scoppiarono petardi che volevano essere colpi di cannone. Dagli alberi e dalle vele oscillarono, usando delle corde alla Tarzan, guerrieri che finirono molti in acqua, alcuni sulla tolda della nave avversaria. Si scatenarono duelli all’arma bianca e nera, combattimenti a colpi di lancia romana e di scimitarra orientale. Luci, scoppi, salti mortali, trafitti che resuscitavano anche tre volte, colpi di ariete, urla disumane in latino maccheronico e in suoni gutturali che voleva essere da Mille e una Notte. O da Mille e una Bòtte. I Romani erano dell’Azione Cattolica, e dunque ogni tanto cantavano “Siam peccatori, ma figli tuoi…”, mentre i fedeli del Pascià erano sgherri senza dio della Rumorosa, braccio goliardico della Benacense, che, dunque, in fatto di eccessi pazzi non erano secondi a nessuno.
Della compagnia della Rumorosa, guidata da Lucillo “Cillo” Bombardelli, facevano parte, tra gli altri, Italo Torboli (papà del Gianni), un altro Torboli (papà del Mario), Giovanni Girardi (papà di Enzo), Bonora (papà di Valerio), Scarpetta e Gedeone “Gede” Fioriolli.
Detto dello scontro navale del quale a Riva si parlò per anni, val la pena, per entrare nello spirito del tempo, far riferimento a quanto scrissero, in chiave di preludio, le cronache del tempo:
“Alle 20.30 dai quartieri situati nella parte nord della città si muove percorrendo via Fiume un Imperatore romano che, per il protocollo che gli è dovuto, sale su una carrozza attorniato da dignitari e da servi reggenti fiaccole, in corteo attraversa quindi la città per salire sul natante Romanità del gruppo di Azione Cattolica. Nel medesimo tempo dalla parte est della città, giardini di porta Orientale, parte un altro gruppo che accompagna il Pascià, il notabile orientale, a occupare il posto nell’atrio di un favoloso palazzo orientale, trasportato a cura dei goliardi della Rumorosa della S.S. Benacense sulle acque del Garda. È portato, attorniato dai suoi servi, da odalische, da guardie, dal terribile giustiziere, dal leone e dalla scimmia”.
Una straordinaria compagnia d’arte: barbuti che ancheggiavano nella danza dei sette veli, mattate di ogni tipo affidate ai figuranti che, con catene e catenelle, andavano a quattro zampe, con costumi belluini, criniere o maschere scimmiesche. Poi, dopo la irresistibile battaglia navale, alle 21 l’accensione delle mille luci della Luminaria e il suggestivo corteo dei natanti allegorici nelle acque del golfo rivano.
La Rumorosa animò, con un proprio natante, tutte le edizioni della Notte di Fiaba anni Cinquanta. E furono sempre esilaranti rappresentazioni (nella foto “La papera e il cavallo marino”, 1956). Impossibile non ricordare l’esordio nell’edizione del 1951, la seconda, quando la Nave Pirata del “Cillo” e dei suoi “rumorosi” compagni assaltò il natante dei vini della cantina Lechthaler di Mezzocorona. E con le gole riarse anche l’acqua del lago divenne Cabernet e Marzemino.
C’era una volta una allegra brigata, con Imperatori e Pascià, odalische, scimmie e leoni. C’era una volta la Notte di Fiaba dei barconi. Meravigliosamente Rumorosa.
Vittorio Colombo