Carlo Faitelli di Dro, il pilota d’aereo che si inabissò nel mare a Brindisi
Il Carletto era un mio amico. Di lui, compagno di classe alle medie “Sighele” di Riva, ho molti ricordi. Il più vivo: aveva segnato un gol strepitoso alla squadra delle Commerciali, allora in via Pilati (ora terme Romane). Lo scontro Medie-Commerciali, al campo Benacense, era epico. Tanta era la spietata rivalità. Carlo Faitelli di Dro, per tutti “Carletto”, come un folletto magico, eroe del gol, aveva abbracciato i “mediaroi”. La stretta forte del suo abbraccio, il sudore che sapeva di gioventù scatenata. Porto con me il suo sorriso. Che sempre illuminava la sua faccia di un tondo che sprizzava gioia di vivere. La stessa espressione che accompagnava le ore di lezione che affrontava con spavalda leggerezza, le ore di giochi, di scherzi e di sogni Era gioia essere amico del Carletto che calava a Riva, ogni giorno, dalla sua Dro.
Morì a 23 anni. Pilota di caccia precipitò in mare con il suo aereo, nei pressi di Brindisi. Successe il 18 maggio del 1972. Sottotenente Carlo Faitelli, trentaduesimo Stormo Cacciabombardieri, tra i più promettenti piloti, in procinto di entrare nella Pattuglia Acrobatica dell’Aeronautica Militare. Quel giorno decollò dalla base di Brindisi in volo di addestramento.
Pilotava un G-91-R caccia come il tenente Carlo Livoni che, in quell’occasione, decollò al suo fianco con un aereo dello stesso tipo. Le evoluzioni, molto difficili come prevedeva l’addestramento, durarono una ventina di minuti. Mentre stava effettuando un volo radente, in parallelo alla costa, l’aereo di Carlo perse quota e si infilò nel mare. Il dramma a circa otto chilometri da Fasano (Brindisi), Faitelli non riuscì ad azionare il meccanismo di espulsione. L’altro pilota diede l’allarme. Un elicottero, poco dopo, individuò il relitto.
Già alle medie il Carletto era il tipo che si distingueva per qualcosa di speciale. Aveva una marcia in più nella sua vivace intelligenza. Quella verve che metteva anche da attore brillante nella filodrammatica di Dro. Poi si diplomò a Trento, perito industriale al “Buonarroti”. Ma il suo cuore era il volo. Prima della Maturità aveva già ottenuto a Milano in brevetto di pilota civile. Entrò quindi nell’Aeronautica all’Accademia di Pozzuoli. Dopo il corso continuò il suo cammino a Lecce e a Foggia finché il 23 ottobre del 1970, secondo classificato del suo corso, gli fu conferita l’Aquila di pilota militare. Il sottotenente Faitelli venne assegnato al 32° Stormo Cacciabombardieri di base a Brindisi.
Con il volo, era il calcio la passione della sua vita. Aveva giocato nel Dro, nell’Arco nel campionato 1968- 69, quindi a Brindisi era stato ala destra con il “Mesagne” in prima categoria pugliese. La domenica prima del dramma aveva segnato il gol che aveva portato la sua squadra alla vittoria. Proprio com’era successo qualche anno prima con quel gol che, al campo Benacense, aveva regalo la vittoria a noi delle Medie sugli storici nemici “Commerciali”.
Il destino sa essere crudele. Una vita ricca di promesse e di speranze, bruciata in un attimo. Ali spezzate, come gli anni belli.
Ai funerali del Carlo partecipò tutta la comunità di Dro che si strinse al dolore della mamma Anna e delle sorelle Wilma Marisa e Patrizia e del fratello Nilo. Il presidente della Repubblica inviò una ghirlanda di alloro. “Ma di lui – ha scritto di recente la sorella Patrizia – qualcuno si ricorda? A Brindisi gli hanno dedicato una targa. A Mattarello hanno scritto il suo nome. Il suo comune di nascita, dove è sepolto, non ha dato il suo nome neanche ad un vicolo cieco”.
Per quel che vale, cara Patrizia, io lo ricordo. Ricordo il suo abbraccio, il suo sudore, il suo viso tondo che sprizzava gioia per il gol segnato. Ma, ne sono certo, sono in molti a ricordare il Carletto, per noi e per tanti, di certo, la più bella e splendente delle Frecce Tricolori.
Vittorio Colombo