Il magico Cinema San Marco di Riva, per tetto un cielo di stelle

Vittorio Colombo25/07/20215min
cineMA SAN MARCO

Il Cinema San Marco era in viale Prati a Riva. Era all’aperto, sotto le stelle. E chi ci è andato, in quelle estati lontane, lo tiene nel cuore. Stabile ex RBP, poi Standa. A fianco del negozio di pasta fresca Losi la piccola porta d’ingresso e sul muro, ai due lati, i manifesti del film in programma. La bellezza del crepuscolo, lo stretto corridoio, la finestrella che liberava il fascio di luce. Biglietto alla cassa ed eri nel cortile. Ghiaino bianco, file di sedie in metallo tipo liberty, schermo vista Rocchetta. Con il “balinòt” che scendeva ad accarezzati.
Il Cinema San Marco ha un clan di nostalgici. I bambini fortunati di allora oggi raccontano le serate alle finestre delle case affacciate al cortile. In piedi sulle sedie o gomito a gomito con genitori e nonni, spediti a letto quando c’era Edvige Fenech e Gloria Guida. Ma c’era sempre un abbaino ruffiano.
C’è chi ricorda i panini con la mortadella tra un tempo e l’altro e chi i piatti di spaghetti sul davanzale. Che nostalgia! Per i mille film visti dal loggione di casa, per l’affettuosa complicità che veniva dallo starsene al cinema in famiglia, per le calde serate estive, languide come gli anni della giovinezza.
Tra i fortunati portoghesi: Silvio Lugli, l’Alberto, Elena Bea e la sorella Sonia, Carmen Miori e il fratello che occhieggiavano da via Lavino e Manuela Angelini che, nella stanza della nonna, se ne stava sulla sedia in bilico sopra il tavolo. Lory Cavallini entrava gratis grazie al papà che strappava i biglietti.
Odori del lago (freschìm), luci ed soffi di musica che saliva dal Moulin Rouge. I trailer dei film, la Settimana Incom e, piano piano, il buio amico nel quale era reale solo lo schermo. Nelle prime file commenti sgangherati e risata generale. Meglio se il film era triste.
Le compagnie dei ragazzi e quelle delle ragazze, turisti a caccia di “colore” e la schiera degli allupati militari. Scattavano perché alle 23 c’era il coprifuoco nelle caserme Chiesa. Tra il primo e il secondo tempo un ragazzo girava con la cassetta. Ed era un assalto perché aveva i gelati, il ghiacciolo, l’aranciata o la gazzosa Pesarini. C’era spazio anche per l’avanspettacolo. Manuela Angelini e Lucia Turello ricordano l’illusionista che ipnotizzò una gallina.
“Tutti noi, nati negli anni ‘40 o ‘50 del ‘900 – dice Renata Attolini – ricordiamo il San Marco con nostalgia. Era un’emozione unica. Era estate ed erano quelle le prime uscite con gli amici, il buio, l’aperto, lo schermo, le sedie fredde, il caldo del pubblico”.
Gianni Girardi: “Se cominciava a piovere sullo schermo era un tripudio di righe fatte di gocce di pioggia”. Lucillo Carloni: “Una sera proiettavano ‘Cantando sotto la pioggia’ con Jean Kelly. Incominciò a piovere e di colpo ci sentimmo tutti cantanti e ballerini con l’ombrello”.
Franco Strobel: “Ricordo il bellissimo film ‘Scandalo al sole’. Se poi chiudo gli occhi potrei disegnare com’era bella Riva in quegli anni”.
Lisetta Rosa segnala, tra i gestori, la cognata Adriana e Gino Sterni, mentre Gianni Colorio mette un punto fermo: “Lì ho lavorato dal 1957 al ‘63. Il gestore si chiamava Marin e l’operatore, o proiezionista, era Francesco Dellana di Poia, morto poco tempo fa a 98 anni. I miei ricordi sono precisi: ero l’uomo tutto fare, dalla pulizia, alla programmazione, fino alla strappo dei biglietti”.
Mettetevi comodi. Le stelle in cielo sorridono, il fascio di luce anima lo schermo. Il cinema all’aperto San Marco, rievocato da tanto amore, è tornato. Si proietta “La Storia infinita”, la nostra bella storia che si vorrebbe non spegnesse mai le luci…
Vittorio Colombo

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