1947, la “Vaca Samantha” della SAT di Riva star di tutte le feste

Vittorio Colombo07/02/20215min
vaca - Copia

È il 1947 e alcuni giovani della Sat di Riva, maschi e femmine, decisero di partecipare al Congresso della Sat in programma ad agosto a Pinzolo. Messi da poco alle spalle i giorni drammatici della guerra c’era in giro una sacrosanta voglia di divertirsi. Così a quei giovani venne in ghiribizzo di dar vita a un singolare animale. Lo costruirono con legname, cartapesta, fil di ferro coperte e tanta ovatta da sarto. Il risultato fu una bella “vaca”, in dialetto intesa come proprio come “mucca”. Venne battezzata, chissà perché, “Samantha”. Comunque proprio un bel nome. Era a sei gambe ed era manovrata da tre giovanotti ben nascosti nella pancia mascherata. Oltre a farla deambulare, la animavano. Così la Samantha, muoveva la testa, sbatacchiava la coda, apriva la bocca e muggiva. Ah, e poi, ballava al ritmo di musichette e canzoni. Il manovratore di centro azionava un grammofono a tromba. E avanti con Trio Lescano, Rabagliati e valzer e polke.
Il paio di gambe anteriori spostava di qua e di là la testa dell’animale. Azionava anche la bocca corredata da mezzo metro di lingua. Che era poi la camera d’aria della ruota di un camion. Due clisteri di gomma all’interno delle narici, schiacciate al momento giusto, inondavano i curiosi di borotalco. Il terzo manovratore muoveva la coda. Ma non solo. Gestiva anche, sottocoperta, un contenitore colmo di bottiglie e fiaschi per il vino. Che, in origine erano vuoti. Poi succedeva questo. Il vaccaro al seguito, Luigi Miori detto “Micio”, nelle uscite chiedeva, in prossimità di bar, dei rifornimenti per placare la sete della povera vaca. I fiaschi pieni, introdotti dalla bocca, sparivano. Dal di dietro, pensate un po’, uscivano quelli vuoti già in dotazione. Quale fosse lo scopo di tutto ciò non serve dirlo. Il vaccaro doveva anche togliere e pulire gli occhialoni verdi. Così la vaca strabuzzava gli occhi.
Destinazione Pinzolo. La poveretta, sistemata sul cassone di un rimorchio, per gli scossoni e la polvere delle strade bianche perdeva il pelo. In diverse soste si intervenne con grandi quantità di ovatta. Arrivati a Pinzolo i “vacheri” al seguito si travestirono da hawaiani. Che a dire il vero c’entravano come i cavoli a merenda. Ma tant’è. Dato che, proprio davanti alla sede che ospitata il serioso Congresso Sat, misero in scena un gran spettacolo. L’intero paese, con adulti e bambini, si riversò in piazza. Le evoluzioni della Samantha furono scandite da applausi a scena aperta e da fiumi di risate. La sala del Congresso di colpo si svuotò. Volete mettere le pur interessanti relazioni con le mattate della compagnia? Fu così che i dirigenti della Sat pregarono la vaca di andarsene un po’ in stalla. Cioè in una trattoria dove i giovani rivani si dissetarono con il vino dei fiaschi incamerati.
Il successo di quella prima uscita fu davvero stallare, scusate… stellare.
E la storia non finì lì. La fama della mitica bestia si diffuse a macchia d’olio. La vaca Samantha per i mesi successivi fu l’ospite d’onore di feste e veglioni in tutti i centri dell’Alto Garda e di mezzo Trentino come ebbe modo di ricordare, una trentina di anni fa il Pero Alberti a beneficio della Sat. La consacrazione: la vaca Samantha fu la star del Gran Carnevale di Arco, edizione febbraio 1948.
Al tempo. E il Congresso Sat di Pinzolo? Spedita in stalla la ben carburata Samantha, i lavori poterono riprendere. Anche se ci fu chi disse sconsolato: “Il Congresso? È andato tutto in vaca!”.
Vittorio Colombo

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