C’era una volta un presepe. Va beh, dov’è la notizia? Se ne fanno ancora, per fortuna. Al tempo. Il presepe dei nostri cari ricordi era unico. Era, pensate un po’, un presepe subacqueo. Deliziava piccini e grandi adagiato sul fondo del lago. Di fronte al Municipio di Riva del Garda, nelle acque di piazza Catena.
Era, nella sua semplicità, una meraviglia.
La capanna con la Sacra Famiglia e la culla del Bambinello, il bue e l’asino, i pastori, le pecore. Perfino esotiche palme. Un incanto, soprattutto quando scendevano le prime ombre dalla Rocchetta e si accendevano le luci che, sistemate sul fondo, ritagliavano i personaggi. Che, magici, brillavano in un mondo tutto d’acqua scura.
Emozione allo stato puro. E Riva con il suo presepe subacqueo, rinnovava l’antico legame con la devozione popolare legata all’acqua.
Tutto era nato così. A Riva c’era allora, a fianco di quello del Comune, anche il “sindaco del lago”. Si chiamava Giampietro Mazzardi, cameriere all’hotel Pace. Il titolo gli era stato dato per il suo impegno a tutela delle acque. Denunciava, segnalava, interveniva.
Così, si era nel 1993, Giampietro andò in missione a Peschiera dove, dal 1980, veniva proposto un presepe subacqueo. Ne era anima Renato Signoretti, presidente del gruppo Sub locale. Aveva ricavato le sagome con sculture metalliche lavorate a mano e ritagliate con la fiamma ossidrica. Dopo 13 anni intendeva rinnovare il presepe con nuove sagome. Signoretti fu ben lieto di evitare la discarica alle sue primitive creature. Le donò così ai rivani.
Le sagome, in condizioni precarie, finirono nel cantiere comunale di viale dei Tigli dove furono restaurate. Le operazioni di calata in acqua in piazza Catena diventarono, in prossimità di diversi Natali, un vero evento. Una folla seguiva le manovre di una grande gru dei Vigili del Fuoco che sollevava e calava in acqua, con dei tiranti, le sagome. I sommozzatori del Club rivano con il presidente Giuseppe Patuzzi, operavano sul fondo. Quindi sistemavano le luci.
Sul molo le cassette per le lettere dei bambini a Gesù Bambino. A fianco dei contenitori per le offerte. I bambini poi facevano a gara a lanciare monetine in acqua, verso la grotta della Natività.
Il giorno di Natale il festoso raduno. Un sub s’immergeva e deponeva nella culla sul fondo un bambolotto di plastica. Venivano quindi lette le letterine. C’erano regali per tutti. Passate le feste, i sub raccoglievano dal lago montagne di monetine con le quali riempivano dei secchi. I soldi raccolti andavano in beneficenza.
Il periodo d’oro fu la seconda metà degli anni ’90, sindaco Molinari con, nel progetto gli assessori Andreozzi e Nardini e con l’apporto di Pietro Fabbri che, dal 1995, diede il via alla Befana Subacquea. Nel 1997 il presepe dovette trasmigrare nel canale della Rocca, a nord del ”ponte dei strachi” per via dei lavori in piazza Tre Novembre.
Poi, purtroppo, passato a miglior vita il sindaco del lago, il presepe subacqueo non si fece più. Le sagome finirono a marcire nei meandri del cantiere. Leggenda metropolitana le vuole ancora lì agonizzanti. Magari in attesa di un nuovo restauro. E allora, diciamocela tutta, perché si è lasciata morire una cosa così bella?
E perché cavolo non si fa ancora? Il mitico presepe subacqueo di Riva, la perla del Garda.
Vittorio Colombo