L’Elio Bresciani, amico dell’Anzolim de la Tor

Redazione28/12/20254min
BRESCIANI ELIO

Capita che certe persone si identifichino con una città. Così era per l’Elio Bresciani, che ci ha lasciati nell’ottobre del 2021. Nessuno come lui ha legato la sua vita alla Rivanità e all’Anzolim de la Tor, la storica “bandèla” che dall’alto della Torre Apponale da sempre chiama a raccolta i Rivani sparsi per il mondo. Non a caso l’Elio aveva battezzato con il nome dell’Anzolim la sua associazione di amici, una combriccola di personaggi tutti di una certa età, che proprio per ragioni anagrafiche si va purtroppo assottigliando. L’Elio li radunava una volta al mese e li portava a battere, ora l’uno, ora l’altro ristorante, per il rito dello sbaraccare, tutti un po’ euforici per libagioni e deliziati dal sax del Renzo Calliari. E via, tra un piatto di trippe e l’altro, l’onda dei ricordi scaldava i cuori pulsanti Rivanità e, dunque, avanti con le storie che l’Elio custodiva e raccontava. Aveva ritrovato un quaderno nel quale aveva raccontato alla maestra di aver visto l’aereo del pilota Luccioli precipitare ai giardini Verdi. Era il 1944 e lui di anni ne aveva appena dodici.
Il pensier di storia in storia corre a quando, fino a non molti anni fa, si affidava al rito del bagno alla spiaggia dei Rivani, di fronte al Du Lac. Arrivava in bici elettrica, quando alla panchina quasi sempre era in corso una disputa su questioni di politica spicciola, preludio per dar la stura al flusso di notizie, più o meno piccanti e “segrete”, su fortune e sfortune, amori e disamori. Se ne stava poi, innamorato del suo lago, in ammollo, bello pacioso come sempre, e parlava del suo grande padre, il Giuseppe presidente della Benacense, della Capanna di Santa Barbara, del suo amico, il pittore Giacomo Vittone, che negli anni Cinquanta mise le ali al Museo in Rocca e inventò la storia del fantasma senza testa. Nei suoi racconti rivivevano personaggi che avevano intrecciato le loro vicende con i suoi intensi giorni cittadini: Pizzini, Matteotti, Pignattari, Pinter. Era stato, con gli amici del Cineclub Fedic Carloni, Odorizzi e i “magnifici sette”, promotore della realizzazione nel 1967 della Casa degli Artisti di Canale di Tenno, dedicata a Vittone. Raccontava, quindi, delle serate di gala dei Cine club all’Astoria e al Du Lac, dei balli delle incandescenti serate, delle “Veglie danzanti degli Amici del Jazz rivano” con presidente Franco Santoni. Molte le imprese con l’amico pittore Germano Alberti: tra queste l’avventura, a fianco di Manlio Patuzzi, della sostituzione in cima all’Apponale della vecchia “bandèla” dell’Anzolim, ormai decrepita, con una nuova disegnata da Alberti. Correvano poi gli anni Ottanta, quando fu attivo nella generosa compagnia della “Bacionela”, che con presidente Franco Benatti ha fatto un bel pezzo di storia. Per lui ci fu anche gloria nazionale: finì sulla rivista “Panorama”. La foto pubblicata mostra l’Elio in bilico su una scala intento a spolverare l’impressionante fila di riviste rilegate stipate nella sua biblioteca. Amava ricordare quando, negli anni Sessanta, comprò la prima asta in fibra di vetro al giovane Renato Dionisi, che lo ripagò con il record italiano. Elio era proprio così, sempre sorridente e innamorato delle storie rivane, quelle che da sempre racconta l’Anzolim de la Tor.
Vittorio Colombo