“Riva addio”, il film scandalo sul turismo

Vittorio Colombo12/01/20254min
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Metà anni Sessanta. Ma davvero il turismo rivano era un simile disastro? La pietra dello scandalo era un film che venne proiettato, in anteprima, all’Oratorio. Il bello era che era stato commissionato da Comune, Azienda Autonoma e Albergatori. Un autogol. I cineasti del Cineclub Fedic avevano trovato più artistico il cine-verità di quello edulcorato richiesto dai caporioni del turismo cittadino. Il titolo del film, “Riva addio”, venne interpretato dai Consiglieri comunali di opposizione come il saluto di un moribondo.
Ma che diavolo si vedeva nel film? Si iniziava con la visione di operai che scendevano, con aria depressa, dai pullman e andavano a dormire in stamberghe di infimo ordine. Poi i cineasti avevano fatto irruzione al Murialdo (oggi lussuosa appendice del Du Lac). A quei tempi vi venivano stipati, come in un lager, centinaia di turisti olandesi. Era un formicaio. Letti a castello a tre o quattro piani e il cesso era davvero un cesso. Ce n’era uno ad ogni piano e la fila dei bisognosi era disperata. Poi, di cesso in cesso, le sequenze andavano nel centro storico più profondo, dove i gabinetti erano bugigattoli appesi in alto, all’esterno delle case, e i bisogni, grandi o piccoli che fossero, andavano di sotto in caduta libera e finivano in cunicoli che convogliavano il tutto nel lago. Il film assumeva poi toni elegiaci nel mostrare i famosi “sportivi”. Erano così chiamati i turisti ruspanti che proliferavano come conigli ed avevano le “spòrtole”, cioè le borse, piene di mortadelle e fiaschi di vino. Bellissima la sequenza degli sportivi che, sdraiati nei giardini di fronte alla Spiaggia degli Olivi, bivaccavano. Era il pranzo di massa “al sacco”, tanto vituperato dagli Albergatori. I cineasti del Fedic avevano così partorito un film-verità. Le firme erano quelle di Carloni, Odorizzi, Bresciani, Torboli, Visconti, Guella. Quella sera all’Oratorio, finita la proiezione, nella sala scese un silenzio di tomba, poco dopo rotto dalle urla di accusa lanciate sia dai “sinistri falcemartellati” Eliseo Fava e Andrea Santorum che dai “destri missini” Milo Frachetti, avvocato di grido, affiancato dallo stonato Mario Viscido. I “bersagliati” si ripararono sotto le sedie. Erano il sindaco Egidio Molinari, il vice Dario Mosaner, il presidente dell’Azienda Ettore Righi, il presidente degli Albergatori Tarcisio Boschin, e gli Albergatori stessi che, vestiti a festa, erano accorsi per una auspicata, ma tradita celebrazione del turismo. Frachetti gridò: “Abbiano le prove provate del degrado del nostro turismo e della nostra città”. “Dimissioni! Dimissioni!” gridarono “sinistri” e “destri” in coro. Fu così che, mistero doloroso, il film pur pagato e certamente di alto valore di denuncia venne fatto sparire dai committenti in modo tanto rapido che neppure il mago da Nago avrebbe fatto meglio. E allora “Riva addio”, leggendario film desaparecido, requiescat in pace. Amen.
Vittorio Colombo