Tom e Giuly, una storia d’amore e… dolore
Ventitré anni fa, martedì 9 ottobre 2001, ore 9 e 30: Roberto “Tom” Tonelli cade dalla scala sulla quale era salito per pulire il tendone del bar che gestiva ai Sabbioni. Tutto succede in un infinitesimo istante, ma è quanto basta per sconvolgere un mondo che, da allora, non è stato più quello di prima. Il mondo si capovolge in una dimensione dolorosa per una famiglia, quella di Tom e della moglie Giuliana “Giuly” Leoni, dei figli Luca e Filippo, degli amici, dell’ambiente del basket, di molte persone che, da allora, si sono ritrovate a condividere una storia drammatica, di sofferenza, ma anche di dignità, coraggio e speranza.
“Quando la vita svoltò di colpo” è il titolo del libro che venne presentato otto anni fa. Scritto da Giuliana, racconta gli anni trascorsi dal giorno dell’infortunio fino a quel 2016. È un viaggio all’insegna della voglia di riconquistare Tom, pur tra difficoltà, sofferenze e sacrifici, a una dimensione di vita dignitosa, preziosa e, fin dove è possibile, appagante. Giuliana aveva annotato ogni momento di questo percorso in un diario che costituisce la parte portante del libro: il trasporto a Bolzano, l’operazione, i medici che non danno speranza, la mobilitazione degli amici. Un mese e mezzo a Bolzano, quindi a Negrar, dove Tom resta ricoverato quasi un anno. Giuliana sa essere ogni giorno a Verona e a casa per non trascurare i figli. I medici suggeriscono il ricovero in una Casa di Soggiorno, ma Giuliana è determinata: “Lo porto a casa. Sono sicura che ce la faremo. Sono sicura che Tom ce la farà!”. La vita di Giuliana è tutta una corsa alle prese con le cose di ogni giorno e con Tom al centro di impegni inderogabili: le visite in centri specializzati, la ricerca delle soluzioni mediche, le terapie, la fisioterapia. Per buona sorte non è sola. Si crea una rete di solidarietà fatta di persone e figure che, per cuore, sensibilità e capacità, sono esemplari. Tom in questi anni, grazie anche al suo carattere di combattente e di sportivo, fa passi da gigante. Partecipa e comunica, ha giornate belle ed altre meno, si impegna e si appassiona. Per andare in giro c’è la carrozzella, incontra gli amici, assiste alle partite di basket. Il libro è un dono che Giuly ha fatto al suo Tom e a tutti noi, con il fondamentale apporto di Maria Elisabetta Montagni. “Se ho deciso di scrivere – disse in occasione della presentazione – non è per apparire. La mia è una testimonianza che spero possa essere utile ad altre persone che dovessero trovarsi in una situazione simile alla mia: può essere utile anche sapere che altri hanno fatto esperienze simili e sapere come altri hanno affrontato le difficoltà, i problemi, l’ansia, la preoccupazione, e trovare la forza di sperare e di non arrendersi”.
Tom e Giuly, la cui bella storia continua ancora oggi, teniamoceli cari. Ci ricordano che al mondo ci possono essere ancora, al di là del dolore, bellezza e speranza.
Vittorio Colombo