Con “Celentano” al Rosengarten Carabinieri contro Capelloni
Tiene le spalle al pubblico. Con un balzo felino si gira e sale l’urlo straziante “Con 24mila baci…”. Il neo-Celentano ha occhi coperti dalla zazzera e il ballo di San Vito da neo-molleggiato. Parte del pubblico risponde a colpi di urlacci e risate. Si infiamma la pista da ballo all’aperto del Rosengarten. Franco Amoroso, il neo-Celentano, è un Romano e la sua straziante esibizione canora avviene nella serata di mercoledì 6 luglio del 1966, in occasione del concorso “Voci e complessi nuovi”. La parte musicale per i cantanti è assicurata sall’orchestra del “Pero” Righi (nella foto). Una quindicina di capelloni, in parte rivani e roveretani, in parte olandesi, ovviamente tutti abusivi, se ne stavano sotto la pergola e giravano in tondo inseguiti vanamente dai camerieri. Il neo-Celentano è il loro idolo. Alla sua sgangherata esibizione si lanciano sulla pista e si dimenano come forsennati. Il Dannunzio Rezzaghi, titolare del dancing, abituato a simili accadimenti, accorre per sedarli, assistito dai camerieri più feroci. Gli scalmanati, a questo punto, come ricordano le cronache, “si siedono a terra, ai bordi della pista, dimenando furiosamente la testa da una parte e dall’altra scandendo con le mani il ritmo della canzone del loro, si fa per dire, beniamino”. Ma il bello deve ancora venire. Quando l’Amoroso ripete, come richiede il concorso, il suo strepito, i suoi fans si precipitano in mezzo alla pista. Alcuni si sdraiano a terra e, urlando come ossessi, danno calcioni all’aria, altri si dimenano, saltano, ancheggiano, ruotano le braccia. Non contenti, girando in tondo tra i tavoli, arraffano bicchieri e si sgolano litri di Vino Santo, tra lo stupore dei clienti. Riparte il corpo a corpo tra il Dannunzio con i camerieri più feroci e gli indiavolati seguaci dello ye-ye più trasgressivo.
“Il Dannunzio e i suoi fidi hanno dovuto però cedere – scrive il cronista – per non assaggiare, oltre alle botte, i capelli, unti e sporchi, che i giovani sbattevano loro contro cercando, con queste armi, di colpirli in faccia e in bocca”. Diventava così decisivo l’intervento di Carabinieri e di agenti di Ps che, trascinando gli sdraiati per le gambe e per i capelli, riportavano gli scalmanati sul ghiaino al di fuori della pista. Gli agenti si schieravano quindi ai bordi della pista, pronti a respingere un eventuale nuovo assalto, da mettere in conto perché era già tempo di classifiche e premiazioni. Al pirotecnico concorso avevano partecipato una quindicina di candidati, dei quali sette andavano in finale. Finite le esibizioni, la giuria redige questa classifica: primo Claudio Baroni con “La casa del signore”, seconda Lara Boselli con “Pregherò”, terzo Claudio Zucchelli, quindi, buon quarto, il neo-Celentano Franco Amoroso, quinta Maria Luisa Menne, sesta Anna Degasperi, settima Miriam Bertanzetti. I primi due vengono ammessi alla finale regionale, ma, alla faccia del regolamento, gli organizzatori mandano in finale anche il neo-Celentano Amoroso. In lui intravedevano, come si scrive nel verbale della giuria, “un valore commerciale capace di soddisfare i gusti delle platee degli ye ye”.
Vittorio Colombo