Riva e Arco: sulle porte delle chiese l’elenco dei film proibiti

Redazione06/10/20244min
Cinema1

“Escluso”, “Sconsigliato”, “Per tutti”: queste erano le tre scritte che comparivano settimanalmente negli anni Cinquanta del secolo scorso sulle porte delle chiese. Gli adolescenti di quegli anni erano, ovviamente, solleticati al massimo quando all’entrata della Chiesa si leggeva “Sconsigliato” o, addirittura, “Escluso”. I più ardimentosi, naturalmente di nascosto dai genitori, cercavano in tutti i modi di entrare nella sala cinematografica, utilizzando i più astuti sotterfugi per nascondere la minore età. E poi, a frotte, ad ascoltare da quelli “fortunati” il riassunto del film che naturalmente era quasi sempre di carattere sexy.
Era così dappertutto dove c’era una sala cinematografica che non fosse l’Oratorio, in cui le pellicole venivano censurate a colpi di forbice e dunque della trama non si capiva mai niente. Accadeva anche a Riva, per quel che ci riguarda, con gli avvisi e i giudizi affissi sulla porta dell’Assunta che segnalavano gli indirizzi sui film che si proiettavano ai cinema Perini e Roma. A Riva non si facevano sconti con il severo e temibile don Teodoro, visto come una sorta di inquisitore, e dove i tentativi di ingresso di noi ragazzini, nonostante l’aria vissuta che assumevamo, venivano sempre, o quasi, vanificati dalla cacciata della bigliettaia che ci riempiva di vergogna.
Ad Arco si respirava un’aria meno pesante, come ricorda Alessandro “Sandro” Parisi, appassionato cultore di storie nonché entusiasta divulgatore dei dialetti locali. “Le tre scritte Escluso, Sconsigliato e Per Tutti – ricorda l’arcense – apparivano sulle tre porte della Chiesa Collegiata. Indicavano il giudizio del Parroco sul film che nei fine settimana veniva proiettato al cinema “Iris”, detto comunemente “Salóm”, perché ubicato in quello che è comunemente chiamato “Salone delle Feste” al Casinò Municipale. Il gestore era il mitico “Marin”. Si narra che alcuni adulti, incaricati dal Parroco, si nascondessero dietro le magnolie del viale omonimo per vedere chi fossero quei ragazzini “peccaminosi”, che volevano venir meno all’obbedienza dei Comandamenti. Erano anche gli anni in cui all’Oratorio, sul muro a fianco della biglietteria del Cinema, c’era affisso l’elenco dei libri e dei giornali proibiti o ammessi. Spiccava tra i proibiti “Mandrake”, “Diabolik” e “L’Uomo mascherato”; tra quelli ammessi “Il Vittorioso”. Tempi brutti, bui, si potrebbe pensare… Invece quei ragazzi di allora, oggi anzianotti, ricordano quel periodo con grande nostalgia, con il sorriso sulle labbra nonostante sembrasse di vivere nel periodo della Controriforma cattolica anche perché, dopo i “peccatucci cinematografici” adolescenziali, ci si andava a confessare dal buon don Roberto Angelini il quale, con grande comprensione e umanità, dava sempre una penitenza non troppo pesante: “Ma sì, dì su ‘n Padre Nostro, n’Ave Maria e na rechia per i morti”. E così – conclude Parisi – si ritornava a casa tutti contenti come prima e pronti ad andare, la settimana seguente, a scoprire il nuovo elenco sulle porte della Chiesa”.
Vittorio Colombo