Ricordando Lory, la storia di famiglia degli sci d’acqua

Vittorio Colombo26/05/20243min
sci acqua comp

Non sono passati molti giorni dalla scomparsa di Lory Cavallini. Con i familiari la ricordano con rimpianto i molti conoscenti e gli amici di Facebook. Tempo fa Lory mi aveva raccontato una storia particolare, curiosa e molto rivana. La propongo ora per rimediare alla mia mancanza e mi piace pensare che Lory, ovunque sia, possa chiudere un cerchio familiare, per colpa mia, rimasto aperto fino ad oggi. (Nella foto, sugli sci d’acqua, il nonno Romeo, nei riquadri a sx Lory e a dx il papà Ugo).
Era il 1931, quando il rivano Romeo Cavallini costruì un prototipo di sci a gamba per sciare… sull’acqua. Si trattava di due galleggianti di forma oblunga, più larghi degli sci da neve. Erano realizzati in lamiera ed impermeabili tanto da poter galleggiare. Gli sci erano collegati in punta e in coda con una coppia di aste di ferro che trasmetteva il movimento in sincronia dall’uno all’altro attrezzo. Il navigatore saliva con le scarpe, chiudeva gli attacchi e cominciava a spingere in avanti con una scarpa e poi con l’altra. Nella parte inferiore una serie di alette servivano ad aumentare la spinta. Completava la dotazione una pagaia per procedere. Il figlio dell’inventore, Ugo, in seguito “proto” di tipografia, prima alla Saturnia di Trento e poi all’Alto Adige, provò il marchingegno. Si era sparsa la voce e molti assistettero all’evento. Il Cavallini partì alla grande, ma poi incespicò e ruzzolò in acqua. Così, con quegli ingombranti sci ai piedi, annaspò rischiando di annegare. Fu ripescato dagli amici. Molti scossero la testa, ma tra la folla sul lungolago c’era un tizio di Como che offrì 500 lire, allora una piccola fortuna, per acquistare attrezzatura e titolarità dell’invenzione. Il Cavallini, riavutosi dal “naufragio”, accettò di corsa. Per decenni non si seppe più nulla, evidentemente anche l’imprenditore comasco aveva alzato bandiera bianca. Ora, già da diversi anni, è in voga lo Stand Up Paddle (SUP): si sta in piedi su una tavola simile a quella del surf e si usa una pagaia. Per certi aspetti si ha l’impressione di vedere una riproposizione dell’invenzione del Cavallini, ma con una tavola singola. Ci sono però delle foto, fine anni ‘90, che mostrano un atleta cimentarsi nelle acque del lago di Ledro con una coppia di sci d’acqua uguali a quelli di nonno Cavallini di quasi un secolo fa.
In memoria di Lory e dei suoi familiari scomparsi, protagonisti di questa singolare storia di sentimenti, di lago e di fantasiose invenzioni rivane.
Vittorio Colombo

 



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