Quella vincita a Bezzecca di 3,7 milioni di Euro
Quella di mercoledì 18 maggio 2005, al bar “alla Costa” di Bezzecca, sembra una serata come tante altre. Finché… alle 20.30 squilla il telefono. Alza la cornetta il titolare Pierino Mora. Una voce squillante: “Bar alla Costa? Complimenti! da voi è stata giocata la schedina del Superenalotto che ha centrato il 5 più 1, dove il più 1 è il jolly. La vincita è di 3.733.105,66 Euro”. A farla corta 3,7 milioni. La giocata? Due Euro e mezzo.
Il Pietro viene sorretto dalla moglie Edda Mazzarini e dalla figlia Alice. È una bomba. È come se una cometa si fosse fermata sopra il bar “alla Costa”, diventato la capanna di Betlemme o la cassaforte di zio Paperone. L’annuncio è sconvolgente. La Valle di Ledro in un attimo si trasforma nel Paese dei Balocchi. In un secondo il bar del destino si riempie di valligiani. Si stappano bottiglie e si canta. Il Pierino si rianima, moglie e figlia recuperano le giocate. Ben presto trovano la schedina miracolosa. I numeri ci sono ed anche il jolly. Casino indescrivibile. È, a quell’anno almeno, la più grossa vincita mai effettuata in Trentino. Fa effetto: sono oltre sette miliardi e mezzo delle vecchie Lire. Uno sproposito. Tra un brindisi e l’altro viene vergato il cartello con la pazzesca cifra. Gli avventori, paonazzi, si scrutano con sospetto. “Vuoi vedere che…”. Arrivano i giornalisti. La Edda, pressata, è enigmatica. Dice: “La schedina può essere stata giocata stamattina alle 9.40. Da chi non so”. Ma poi si allarga: “L’ora può essere un’altra. Deve comunque essere uno della Valle. Si fermano operai, pensionati, donne che vanno a fare la spesa. Non saprei proprio”. In quel momento, forse non lontano, qualcuno, fuori di testa, bacia la ricevuta e passa la notte facendo la maratona in casa. Viene l’alba. La notizia è sui giornali. La Valle di Ledro è una pentola a pressione. Si scatena la caccia al milionario. Curiosità, qualche invidiuccia. E dei… “Se li avessi vinti io, la villa, la Ferrari, ecc.”. La “Costa” trasuda brindisi. Uno dei sospettati, Ferruccio Bondi, la butta sullo scherzo e, accompagnato dal fotografo-tipografo Roberto Bartoli, consegna alla Edda un pacco di bigliettoni da un metro quadrato, formato tovaglia. E dice: “Magari…”.
I titolari allargano il cerchio: “Nessuno ha telefonato per ringraziare. A ben pensarci si sono fermati a giocare anche camionisti, operai di Storo, camionisti ucraini e perfino un misterioso cinese”. Questa la storia di quella serata memorabile. Poi, a livello ufficiale e di cronache giornalistiche, più niente. Di certo per qualcuno la vita da allora è cambiata.
Se sapete, o anche sospettate, oggi, passati ben 18 anni, per cortesia, non fate nomi. C’è la prescrizione, il diritto all’oblio e quel po’ di privacy che non guasta. Ma quel benedetto giorno e il colpaccio “alla Costa” vanno ricordati come e più dell’Obbedisco di Garibaldi, come e più del gigante Gilli, perché per qualche giorno Bezzecca e la Valle di Ledro tutta sono stati il centro non solo del Trentino, ma dell’Italia intera. E tu, con 3,7 milioni di Euro, pari a 7 miliardi e mezzo delle vecchie Lire, che ci avresti fatto?
Vittorio Colombo