Tornado di ferragosto, nel 1966 danni e paura anche a Torbole
Ferragosto 1966. Una tromba d’aria di inaudita violenza colpisce le località gardesane e tutta la Busa. Succede di lunedì, giorno di Ferragosto, tra le 19 e le 20. In un precedente servizio abbiamo proposto la situazione registrata a Riva e in altre località. Oggi la nostra attenzione è rivolta a Torbole, pure colpita con violenza. I danni maggiori si registrano nel tratto compreso tra via Benaco e la colonia Pavese. I grandi pioppi, alti una ventina di metri, vengono sradicati e scagliati contro il Preventorio e le case vicine. Le grosse piante finiscono accatastate per terra o appoggiate ai tetti delle case limitrofe in gran parte sbrecciate. Le autovetture che costeggiano via Benaco sono colpite dai grossi rami o dalle tegole cadute dai tetti. Muri sbrecciati, fili della luce penzolanti ovunque offrono uno spettacolo desolante. Le strade e le piazze di Torbole sono piene di detriti e di fogliame. Soprattutto la strada che conduce al Cor e al porto dei Pescatori presenta una situazione spaventosa con rami appesi ai fili della luce o infissi nel terreno. Nei campeggi devastati non si registrano feriti. Per fortuna le grosse piante del campeggio in precedenza erano già state sostituite con olivi che hanno resistito. Molte tende sono comunque divelte e portate a parecchi metri di distanza. Le auto dei turisti campeggiatori, però, subiscono gravi danni. Alle foci della Sarca il tornado passa con inaudita violenza. Presso l’albergo “Lido Blu” una grossa pianta divelta è scagliata sul tetto dell’albergo. I turisti, presi dal panico, stanno stretti dietro le porte delle camere. Anche la troticoltura Turazza subisce gravi danni per la mancanza di energia elettrica. L’acqua, che finiva nelle vasche grazie a pompe elettriche, si interrompe e quintali di trote vengono poi recuperate e vendute “a sotto prezzo”. Dalla parte est numerose sono le piante sradicate nel piazzale della Conca d’Oro. Viene divelta anche una barriera frangiflutti e finiscono scoperchiati gli alberghi che sorgono lungo la riva con qualche locale invaso dall’acqua. I Pompieri di Torbole e Nago, dove pure i danni sono rilevanti, al comando del maresciallo Savoia dei Carabinieri, prestano la loro opera per tutta la notte. Il dopo-tornado è all’insegna della disperazione: donne che piangono sugli usci delle case, mentre numerosi campeggiatori vagano alla ricerca di una camera d’albergo per la notte. La mancanza di luce elettrica per circa 20 ore costringe gli albergatori a servire piatti freddi. Manca anche il pane per l’inattività forzata dei panifici di Nago e Torbole. Viene così stroncata di colpo la stagione turistica a causa di un fortunale che ai Torbolani ne ricorda uno solo, risalente al 1928. Già il giorno successivo, segnato dalla pioggia, si registra una fila di macchine che, a passo d’uomo, si dirige verso nord.
(La foto della macchina schiacciata da un tronco al Lido Blu venne scattata da Oreste Martinelli e poi passata al fratello Ferdinando, corrispondente de “l’Adige”, per la pubblicazione).
Vittorio Colombo.