Il pesciolino rivano che nuotò fino a Sant’Alessandro
Oggi a S. Alessandro c’è “Pane, vino e pesciolino”, a cura della Pro Loco locale. Ormai, per la frazione, è un classico. Perfetta l’organizzazione, gradimento alle stelle, grande partecipazione. Ma, a dirla tutta, la vicenda del trasferimento a Sant’Alessandro da Riva non fu tutta rose, fiori e… pesciolino e la verità storica, tipicamente rivana, va doverosamente ricordata. “Pane, vino e pesciolino”, negli anni Sessanta, era un avvenimento che riempiva d’orgoglio i Rivani. Si teneva in piazza Tre Novembre con palchi e cucine tra la Torre Apponale e l’hotel Sole. Poi il prestigioso Comitato si disamorò e l’edizione di domenica 31 marzo 1968 fu l’ultima che si tenne a Riva. Ed ecco il fuoco di fila di “pezzi da Novanta”, che organizzarono l’ultimo “Pesciolino rivano”: presidente del Comitato era Dante Dassatti, capo (tra le molte cose) dell’Associazione pescatori, che si avvaleva del segretario E. Mario Rigatti quale suo braccio destro. Quindi nel Comitato operavano: rag. Aldo Negri cassiere, Ezio Bonometti, Giuliano Bonetti, Angelo Bonetti, Angelo Carloni, cav. Germano Tonelli, comm. Carlo Torboli, Alberto Bordignon, Fausto Miorelli, Carlo Stella, dott. Pietro Gabrielli, Luciano Torboli, Dante Bonora, Giuseppe Mazucchi, Ugo Monesi, Bruno Stella, Albano Marocchi, Antonio Furletti ed Ennio Torbol. Con un simile spiegamento di forze il futuro sembrava assicurato. Invece… A fine marzo del 1969 viene dato l’annuncio: “Pane, vino e pesciolino” chiude con Riva, si farà in una frazione. E spunta la candidatura di Sant’Alessandro. I Motivi? Abbuffarsi di àole nella piazza del Municipio non era più ritenuto chic per un turismo che voleva essere di gran classe. Si scriveva così il 26 marzo del 1969 sul giornale “Alto Adige”: “Sembra che la mancata realizzazione di questa manifestazione sia da attribuire alle numerose critiche che erano state sollevate dai cittadini, i quali non apprezzavano questa specie di festa paesana che era quasi una ripetizione di Polenta e Mortadella di Varone”. Capito? Scritto nero su bianco sul giornale. Poi si affermava che ““Pane, vino e pesciolino” avrebbe potuto trovare a Sant’Alessandro un ambiente più idoneo”. Presidente della Pro Sant’Alessandro era Gino Planchestainer e la sfida venne accettata. Purtroppo le prime edizioni furono funestate dalla pioggia e montagne di “pessate” non furono distribuite. Il vino veniva fornito dall’Agraria e da alcuni privati. Dopo, comunque, si faceva festa ai volontari sulla terrazza di Giovanni Cretti o di Passerini o di Aldo Corazzola. Tutto è bene quel che finisce bene. Grazie alla Pro S. Alessandro la festa è diventata un classico per la frazione tanto che vi si tiene da ben 50 anni. Il “pesciolino”, cacciato da Riva perché ritenuto troppo “popolare”, ha trovato a la casa ideale. Con tanti auguri per la festa di oggi.
Vittorio Colombo