FUSIONE COMUNI NEL GARDA TRENTINO? BOCCIATA!

In merito alla presa di posizione del primo cittadino di Arco Alessandro Betta sulla possibile fusione della città con chi si rende disponibile, ecco la risposta del suo omologo rivano Adalberto Mosaner, nel corso della assemblea pubblica con Michil Costa e Beppo Toffolon, sul futuro della fascia lago rivana e del Linfano, interpellato Betta aveva detto che è un forte sostenitore del Comune unico, anche se i tempi di realizzazione non sarebbero certo stati brevi.
Mosaner, dunque, “smorza” anche il suo entusiasmo sulla possibile realizzazione di un comune unico nel Garda trentino, e a lui fa eco il collega sindaco di Nago Torbole Gianni Morandi. Unico possibilista e “alleato” di Betta in questo senso rimane (ma sulla gestione associata dei servizi che, di fatto, è già in atto tra Tenno e Riva) il primo cittadino di tenno Gianluca Frizzi. Niet, nein, no insomma ad un Comune che raccolga i 40.000 e rotti residenti nella Busa sotto un unico gonfalone, o amministrazione se preferite.
Equilibri rotti? No certamente, il dialogo tra le varie amministrazioni continuerà, certo è che ora è stato detto chiaro e tondo, con buona pace degli arcensi che “a Riva gnanca mort” o dei rivani che “a Arco l’unica roba bèla l’è el cartel Riva zinque chilometri” tanto per citare gli sfottò più in uso, col sorriso sulle labbra logicamente da una parte e dall’altra. Porte chiuse, dunque, a Riva e Nago Torbole, paese questo dove il sindaco Morandi ha detto che “il nostro comune deve rimanere autonomo mantenendo la propria dignità, e lo dico a nome di tutti i miei cittadini, perché è necessario prestare attenzione ai servizi loro erogati, dunque quando un Comune possiede le dimensioni ottimali, senza ricorrere a mediazioni esterne tipo Circoscrizioni o Comitati, espressione di assenza di controllo e amministrazione in quelle frazioni”.
Morandi, però, ragiona piuttosto in funzione di Comunità unica, partecipando in maniera solidale nelle decisioni di sviluppo territoriale utilizzando una mediazione congiunta.
Per Riva, insomma, il futuro unico dei comuni è un traguardo di lunga durata, con una strada da percorrere non certo facile, laddove prima di tutto deve arrivare la politica con i suoi ragionamenti sulle gestioni partecipate dei vari servizi. Per Mosaner, dunque, forte anche del fatto che in senso negativo si era espresso il consiglio comunale a dicembre scorso, mentre l’unico che rimane “aperto” in questo senso è il sindaco Frizzi: “condivido l’idea – ha dichiarato ai giornali – ma ho l’obbligo, figlio della “follia” politica di gestire i servizi con Riva fino al 2025, unica realtà con la quale Tenno potrebbe fondersi”.