1945: guerra tra San Rocco e Marocco, Riva divenne un campo di… patate
Maggio 1945. Con la battaglia di fine aprile Riva era stata liberata dai tedeschi. La guerra, quella vera e dolorosa, era finita. Ma non la guerra, si può dire secolare, tra le due bande di ragazzi dei due rioni del cuore di Riva: Marocco contro San Rocco. Scaramucce, scazzottate, lanci di sassi e bastonate erano all’ordine del giorno. Per quelli di San Rocco i nemici, temuti per straordinaria aggressività, erano la “Marochèra”. Terreno di scontro piazza Catena: nelle cataste di legname da imbarcare verso il sud, venivano ricavati fortini. Da li partivano piogge di sassi come proiettili.
In quei giorni di maggio il Bruno Bonetti, uno dei leader di San Rocco, fece un buco della rete, entrò in un capannone dell’Agraria e scoprì un deposito di patate. I compagni del rione, con il favore della notte, ne trafugarono così molti sacchi. Li sistemarono nei solai delle case che davano sulla piazza e fra i merli sopra Porta Bruciata.
“Se avete coraggio venite stasera in piazza!” fu la sfida lanciata alla Marochèra. Figurarsi. Non appena si fece buio circa venti “marochèri” fecero irruzione. Vennero tempestati da una pioggia di patate scagliate dall’alto. Ma non era finita. Dai vicoli del Faggio (nella foto del 1945 C. Armani) e dell’Usignolo irruppero due squadre di guastatori da terra. I Marochèri, allo sbando, se la diedero a gambe. Ma, leccate le ferite, grazie ai “servizi segreti” e a qualche traditore fecero a loro volta ampio rifornimento di patate all’Agraria. Si faceva proprio dura. Entrambe le bande avevano grandi quantitativi di “armi non convenzionali”. La sera stessa scoccò l’ora della resa dei conti. I proiettili vegetali erano tenuti in tascapani, residuati di guerra. Si formarono gruppi di quattro o cinque combattenti per parte che, tra scaramucce e ritirate, si scontrarono duramente.
Nella serata primaverile la vecchia Riva si trasformò in un fragoroso campo di battaglia. Urla e strepiti. Le finestre si spalancarono, le porte si aprirono. Scesero nelle vie e nelle piazze, giovanotti ed adulti. Una vera chiamata alle armi. Quella che era iniziata come un’offensiva tra ragazzini si trasformò, ben presto, in furiosa battaglia tra famiglie e personaggi divisi da storica appartenenza ai due quartieri, Marocco e San Rocco, da sempre “cane e gatto”. Nelle file di San Rocco si fecero onore i fratelli Bertoldi, in quel frangente del tutto sobri, quindi i fratelli Rubinelli e l’Angel Marchi. Novella Giovanna d’Arco si distinse per sprezzo del pericolo la Cicci Loli. Sul fronte avverso fecero gesta eroiche il Pinguino Tommasini e il Dolfo Tognoni con, al fianco, sua sorella. Ma, a dire il vero, c’erano proprio tutti. Animi accesi a mille. Le patate fischiavano come proiettili nell’aria della notte, già piena di strepiti, insulti e minacce. Con un buon campionario di sciracche in stretto dialetto rivano. Si andava così, a grandi passi e sonore botte, verso la guerra civile quando intervennero un paio di pattuglie della Guardia partigiana. Formate, ciascuna da tre elementi giravano di notte per garantire l’ordine. E, un po’ con le buone, molto con le cattive, l’ordine anche quella volta lo ripristinarono. Il mattino dopo la bella Riva era un campo di patate.
Vittorio Colombo