Articolo pubblicato il: 10/11/2025 alle 19:30
La Busa - Variante di Torbole, Pietro Matteotti: “Serve una decisione chiara e definitiva. La rotatoria è il vero nodo del Garda”
Posted By Redazione
Categoria: Ambiente, Economia, Notizie, Politica

 

L’ex assessore ai lavori pubblici di Riva del Garda, Pietro Matteotti, interviene nel dibattito sulla variante di Torbole, un tema che da oltre trent’anni accompagna lo sviluppo e la viabilità dell’Alto Garda. In un ragionamento articolato, diffuso l’8 novembre, Matteotti ripercorre la lunga storia del progetto, critica alcune scelte tecniche e politiche degli ultimi anni e chiede al presidente della Provincia Maurizio Fugatti di “decidere senza esitazioni” per sbloccare definitivamente un’opera ritenuta strategica.

Trent’anni di dibattito e scelte mancate

“Della circonvallazione di Torbole se ne parla da più di trent’anni” – scrive Matteotti, ricordando come, nel quadro delle priorità della Provincia autonoma di Trento, fosse inizialmente previsto il collegamento tra Rovereto e la piana dell’Alto Garda, con il nodo di Mori e il tunnel a doppia canna di Tierno.
Poi, la lunga querelle tra “tunnel corto” e “tunnel lungo” e la successiva decisione della PAT di procedere con l’attuale galleria Loppio–Busa, oggi in corso di realizzazione.

Secondo Matteotti, la scelta di una galleria unica a tre corsie con senso di marcia alternato, rispetto alla doppia canna lunga dal passo San Giovanni al Cretaccio, ha comportato un aumento dei costi, tempi più lunghi e maggiori criticità tecniche e paesaggistiche.
«La soluzione lunga – sostiene – sarebbe già in esercizio e avrebbe garantito maggiore sicurezza e minore impatto ambientale.»

 

 

Il nodo resta Torbole

Ma il vero problema, sottolinea Matteotti, «non è il tunnel, bensì la rotatoria di Torbole», che rappresenta il punto critico di tutta la viabilità gardesana.
Lo schema di collegamento approvato negli anni da tutti i Comuni prevede l’arrivo della nuova Rovereto–Riva al Cretaccio, con il successivo raccordo alle circonvallazioni di Arco e Riva e il collegamento verso la strada del Linfano.

Le cinque opzioni al vaglio

A marzo 2025 erano state illustrate nei Consigli comunali cinque ipotesi di tracciato, dalla soluzione A alla soluzione D2, con costi variabili tra i 170 e i 287 milioni di euro.
Matteotti le analizza con rigore tecnico, escludendo le prime due per complessità e costi e giudicando irragionevole la soluzione C, sostenuta dal vicesindaco di Arco, perché poco funzionale al traffico reale.
«Chi da Malcesine o da Riva – osserva – prenderebbe un tunnel che sale alla ex discarica per poi ridiscendere al Cretaccio? Tutti continuerebbero a passare dal centro di Torbole.»

Le preferenze: le soluzioni D1 o D2

La posizione dell’ex assessore è chiara: la scelta più razionale ricade sulle soluzioni D1 o D2, che prevedono un tracciato diretto dalla Conca d’Oro a Linfano Sud, con una galleria singola e un nuovo ponte sul Sarca.
Un tracciato più logico e meno invasivo, che – spiega – deve comunque essere accompagnato dal potenziamento della statale del Linfano fino al Cretaccio, per collegarsi alle circonvallazioni di Arco e Riva.
Una visione che, nelle parole di Matteotti, rispetta il Piano territoriale della Comunità dell’Alto Garda, già approvato da tutti i Comuni e concepito per liberare la fascia a lago dal traffico di attraversamento.

Critiche e appello alla decisione politica

Matteotti non risparmia critiche né ai consiglieri provinciali Degasperi e Demagri, che chiedono di rivalutare o ridimensionare il progetto, né al vicesindaco di Arco, accusato di “slogan fumosi e ideologici”.
«Di questo passo, fra tavoli e tavolini, non si va da nessuna parte» commenta, chiedendo al presidente Fugatti di “prendere in mano la situazione”, accelerare la progettazione e dare mandato pieno al commissario Benigni, già nominato, «con poteri modello Genova».

“La variante va fatta”

Il ragionamento di Matteotti si chiude con un tono diretto e perentorio:
«La variante di Torbole va fatta e va fatta presto. La rotatoria in centro è il vero nodo della viabilità gardesana, e va risolta in tempo reale.»
Un invito all’azione che suona come un monito alle istituzioni: dopo decenni di rinvii, l’Alto Garda – secondo l’ex assessore – ha bisogno di decisioni concrete, non di nuovi dibattiti.

Nicola Filippi

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