Le strade dell’Alto Garda tornano al centro del dibattito politico e amministrativo. A riaccendere la discussione è la consigliera comunale di Riva del Garda Maria Pia Molinari, che interviene con un comunicato sul tema della nuova variante di Torbole e, più in generale, sulla necessità di una strategia complessiva per la viabilità del bacino gardesano.
La variante, tornata al tavolo provinciale dopo anni di progetti, analisi e revisioni, rappresenta uno degli interventi infrastrutturali più attesi ma anche più delicati del territorio. Un tracciato pensato per alleggerire il traffico sul nodo di Torbole e sulla Gardesana, ma che, secondo Molinari, non può essere affrontato come un caso isolato.
“Di fronte a interventi di tale portata – osserva la consigliera – non possiamo limitarci a valutare singoli tratti di strada o soluzioni parziali. Serve una visione d’insieme che tenga conto delle esigenze di cittadini, lavoratori, turisti, e che non perda di vista l’impatto ambientale di queste opere”.
Una mobilità da ripensare insieme
Molinari lancia un appello alla collaborazione intercomunale e al coinvolgimento diretto della Provincia autonoma di Trento.
L’idea è quella di costruire un piano unitario di mobilità per l’intero Alto Garda, che comprenda i Comuni di Riva del Garda, Arco, Nago-Torbole, Dro, Drena, Tenno e Ledro, superando la logica dei confini amministrativi.
“Non possiamo continuare a ragionare per compartimenti stagni – sottolinea –. La nuova variante di Torbole, così come la futura uscita della ferrovia da Rovereto, cambieranno radicalmente il modo di muoversi nel nostro territorio. È indispensabile studiare un quadro generale che armonizzi gli assi viari, i nodi di interscambio e i collegamenti del trasporto pubblico”.
Meno traffico privato, più sostenibilità
Nel comunicato, Molinari indica alcuni punti chiave per una mobilità del futuro coerente con la vocazione turistica e ambientale dell’area:
Ridurre il traffico privato con parcheggi di attestamento collegati a bus e treni;
Valorizzare la mobilità dolce, realizzando percorsi ciclabili continui e sicuri;
Potenziare il trasporto pubblico locale, oggi spesso insufficiente nelle fasce di punta;
Garantire sicurezza stradale e sostenibilità ambientale, integrando ogni intervento infrastrutturale con analisi di impatto complessive.
“L’obiettivo – prosegue Molinari – deve essere quello di ridurre il traffico, migliorare la sicurezza e investire davvero sulla mobilità sostenibile. L’Alto Garda non può subire scelte calate dall’alto: bisogna pianificare oggi la viabilità che servirà domani”.
Un tema caldo dell’autunno altogardesano
La questione della viabilità, in un territorio dove convivono residenti, lavoratori pendolari e milioni di visitatori l’anno, è destinata a restare uno dei temi più sensibili dell’autunno politico.
Tra la nuova variante di Torbole, il futuro collegamento ferroviario con Rovereto e la gestione quotidiana del traffico sulle arterie principali, il confronto tra Comuni, Provincia e cittadini si annuncia serrato.
Molinari, dal canto suo, mette sul tavolo una parola chiave: coordinamento. Perché, come sottolinea, «solo una regia condivisa potrà evitare che ogni nuova strada diventi una toppa, e non parte di un disegno più grande». (n.f.)