Articolo pubblicato il: 15/11/2025 alle 19:30
La Busa - Variante di Torbole, il presidente CdV Marocchi: «Basta caos, l’Alto Garda parli con una sola voce»
Posted By Redazione
Categoria: Ambiente, Amministrativa, Economia, Notizie

 

La variante di Torbole torna a incendiare il dibattito politico dell’Alto Garda e Ledro. Un tema che da anni serpeggia tra amministrazioni, comitati, categorie economiche e cittadini, ma che nelle ultime settimane ha assunto i contorni di una discussione sempre più accesa, frammentata, talvolta caotica. Una “babele di posizioni” che, secondo il presidente della Comunità di Valle, Giuliano Marocchi, rischia di trasformare un nodo strategico in un campo da gioco per tifoserie contrapposte.

L’elenco di chi è intervenuto è lungo e in continua crescita: le minoranze di Nago-Torbole hanno organizzato una serata informativa; i sindaci di Riva e Arco hanno preso posizione; il vicesindaco arcense ha espresso la propria visione; ex amministratori, da Sergio Chiesa a Roberto Masato, chiedono un confronto pubblico; Coldiretti si è detta contraria; varie realtà politiche ed economiche hanno fatto sapere la loro. Nel frattempo, si moltiplicano telefonate, segnalazioni, richieste di incontro e persino ipotesi di raccolte firme.

«Ho letto e ascoltato tante visioni diverse, alcune anche contrapposte – spiega Marocchi, parlando con il giornalista del quotidiano L’Adige –. Alcuni mondi mi hanno chiesto incontri, altri di fare da sintesi. Ma il tema non va gestito come una contrapposizione da stadio, dove ognuno rincorre il proprio pensiero. Così si fa il gioco di altri».

 

 

I nodi irrisolti: viadotto, ferrovia, attraversamenti

Per Marocchi, prima di discutere di nuove soluzioni per la Busa è necessario fare chiarezza su ciò che è già in corso, sulle opere avviate e ancora incomplete, che inevitabilmente influenzeranno qualsiasi scelta futura. Al centro dell’attenzione c’è il viadotto che scende dalla galleria fino al Cretaccio: un’opera già prevista e finanziata, ma che pone un interrogativo chiave.

«Prevede o no l’inserimento della variante di Torbole? – si domanda il presidente –. Perché se non la prevede, allora siamo obbligati a progettare un secondo attraversamento, con tutte le conseguenze che stiamo già vedendo sul territorio e con margini di manovra molto ridotti».

Una domanda che da sola rivela quanto il puzzle della mobilità dell’Alto Garda sia complesso e ancora incompleto. A questo si aggiunge un altro tassello: la possibile ferrovia Rovereto–Garda, tema riemerso periodicamente e tornato d’attualità.

«Avrà un nuovo attraversamento? E dove approderà in Busa?», insiste Marocchi. Interrogativi che, al momento, non hanno risposte definitive ma che rappresentano variabili determinanti nella pianificazione complessiva.

«Serve una strategia unica, non compartimenti stagni»

Il presidente della Comunità di Valle mette in guardia dai rischi del “disordine organizzato” che si sta profilando: dichiarazioni a raffica, iniziative spontanee, idee parziali che rischiano di creare confusione. «L’errore di ragionare a compartimenti stagni lo abbiamo fatto per anni. Forse è il momento di cambiare visione e strategia», afferma.

Per questo, annuncia che nelle prossime settimane porterà il tema in assemblea della Comunità di Valle, il luogo dove siedono tutte le amministrazioni dell’Alto Garda e Ledro. Non un confronto limitato alla sola variante di Torbole, ma una discussione più ampia sulla viabilità complessiva della Busa.

«L’obiettivo è dare una risposta organica all’intero territorio, dove le esigenze sono chiare e non più rinviabili. E dove ogni scelta deve trovare una sintesi con il territorio e l’ambiente, elementi determinanti per l’Alto Garda e per l’intero Trentino».

Una partita che chiama in causa comunità, economia e territorio

Marocchi invita a uscire dalla logica degli schieramenti contrapposti e a cercare una visione condivisa. Una posizione che chiama in causa anche il mondo economico, che in questi anni ha più volte sottolineato come la congestione viaria pesi su turismo, lavoro e competitività.

«Elementi irrinunciabili – conclude – da condividere con chi nel territorio vive, lavora e investe. Solo così potremo trovare una sintesi che guardi al futuro e non soltanto alle urgenze del presente». (n.f.)

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Data e ora di stampa: 15/11/2025 22:39
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