Si riaccende il confronto politico a Riva del Garda attorno al Bike Festival, l’evento internazionale dedicato al mondo della mountain bike che ogni anno richiama migliaia di visitatori. Dopo la conferenza stampa di presentazione dell’edizione 2026, gli ex amministratori Cristina Santi e Lorenzo Pozzer intervengono con toni critici verso l’attuale giunta guidata da Alessio Zanoni.
Secondo Santi e Pozzer, la nuova impostazione dell’evento sarebbe “una copia esatta” di quella proposta durante il loro mandato, ma che all’epoca fu oggetto di forti contestazioni.
«Ci venne contestata – ricordano l’ex sindaco e ex assessore – la scelta di utilizzare aree come lo Stadio Benacense, il Parco ex Colonia Miralago e il Monte Brione, accusandoci di mettere a rischio spazi pubblici e ambientali. Oggi lo stesso modello viene riproposto da chi ci aveva criticato».
Gli ex amministratori ricordano anche le difficoltà organizzative del 2025, quando la giunta Santi dovette trovare in tempi record una nuova collocazione per l’evento dopo la rinuncia dell’area ex Cattoi da parte di Garda Trentino.
«Fu un lavoro complesso – spiegano – ma che portò a un risultato apprezzato da tutti. Oggi, a distanza di pochi mesi, il format viene riproposto quasi identico».
Unica differenza segnalata: lo spazio dedicato ai bambini, che non sarà più allestito nel parco ex Miralago ma nel vicino parco dell’Ora.
La sorpresa: ambientalisti ora al fianco del Comune
A sorprendere Santi e Pozzer è anche la presenza, alla presentazione ufficiale del festival, di alcune associazioni ambientaliste – in particolare SAL e il Coordinamento Tutela Ambiente – che in passato avevano espresso posizioni molto critiche verso la manifestazione.
«Chi allora manifestava contro il Bike Festival oggi ne diventa promotore», scrivono nel comunicato, definendo il tutto «un cambio di rotta che solleva interrogativi sulla coerenza politica e sull’onestà intellettuale».
Il messaggio finale: “Abbiamo lavorato nell’interesse del territorio”
Nel loro documento ufficiale, Santi e Pozzer ribadiscono la convinzione di aver agito “nell’interesse del territorio” e accusano gli attuali amministratori di «mancanza di coerenza» e «strumentalizzazione politica».
«A noi – concludono – rimane la consapevolezza di aver lavorato bene e nell’interesse della comunità».
(n.f.)