Un segnale importante, ma ancora troppo timido: è questo, in sintesi, il giudizio di Onda Alto Garda e Ledro sull’intervento annunciato dal governo provinciale per rilanciare la sanità nel territorio.
L’associazione politico-culturale, fondata dal consigliere provinciale e regionale Filippo Degasperi, accoglie con favore gli investimenti previsti per l’ospedale di Arco, ma invita la Provincia a guardare più lontano e a coinvolgere davvero la cittadinanza nella costruzione di un sistema sanitario moderno, efficiente e vicino ai bisogni delle persone.
Nuove attrezzature e potenziamento del Pronto Soccorso
«Possiamo dire finalmente», scrive Onda, riferendosi all’arrivo del nuovo apparecchio radiologico, della nuova TAC e dell’inserimento di un robot ortopedico, tutti operativi entro la fine dell’anno.
Il movimento riconosce inoltre all’assessore Mario Tonina di aver accolto alcune richieste avanzate nel tempo, in particolare sul fronte del Pronto Soccorso, dove sono già stati assunti operatori tecnici e infermieri e dove arriveranno due auto sanitarie: una in servizio da novembre e l’altra attiva durante la stagione estiva.
Un passo avanti concreto, dunque, che però – sottolineano da Onda – deve rappresentare solo l’inizio di un percorso più ampio e strutturale di rafforzamento della sanità territoriale.
Salute mentale, «serve una visione più chiara»
Molto più critiche le valutazioni sull’apertura dei nuovi centri per la salute mentale, giudicati «una soluzione parziale». Secondo Onda, la chiusura del reparto di Psichiatria ha lasciato un vuoto difficile da colmare, costringendo pazienti e famiglie a spostarsi altrove o, peggio, a «brancolare nel buio» proprio mentre le fragilità – specie tra i giovani – stanno crescendo in modo preoccupante.
«Manca una visione chiara della reale portata del fenomeno e degli interventi da introdurre», scrivono Giovanna Chiarani e Johnny Perugini, proponendo di avviare un dialogo pubblico e partecipato. L’ospedale di Arco, suggeriscono, potrebbe diventare un laboratorio territoriale di innovazione e ascolto, capace di invertire la rotta sul tema della salute mentale.
Il nodo del nuovo ospedale
Onda esprime inoltre riserve sul progetto di demolizione e ricostruzione del vecchio ospedale. Pur condividendo con il presidente Marocchi l’importanza del passo avanti, il movimento ritiene più efficace e sostenibile concentrare la Cittadella della Salute sull’attuale sede dell’ospedale di Arco.
In questa prospettiva, la Casa della Comunità troverebbe spazio nel padiglione A, mentre un servizio psichiatrico integrato e completo potrebbe essere collocato nel padiglione B.
Una scelta – spiegano Chiarani e Perugini – che garantirebbe migliori sinergie logistiche e di personale, spazi più attrezzati e parcheggi adeguati. Onda propone anche che i codici bianchi del pronto soccorso possano essere gestiti direttamente dalla Casa della Comunità, evitando di sovraccaricare il nosocomio.
«Un territorio turistico merita una sanità d’eccellenza»
Nel comunicato, Onda ricorda che l’Alto Garda rappresenta un polo di riferimento sanitario per una vasta area del basso Trentino e delle province confinanti, oltre ad accogliere centinaia di migliaia di turisti ogni anno.
«Gestire la sanità qui significa garantire sicurezza e accoglienza – scrivono Chiarani e Perugini –. Il nostro territorio, con la sua vocazione internazionale, non può avere una sanità di seconda classe. Le persone hanno bisogni chiari: spazi e personale qualificato, organizzazione e attenzione».
Un appello, quello di Onda, che invita la politica provinciale a trasformare i ritardi in una vera opportunità, mettendo finalmente al centro la salute dei cittadini e la qualità dei servizi. (n.f.)