Articolo pubblicato il: 29/09/2025 alle 19:30
La Busa - Giunta Fiorio in prima linea sull’emergenza casa: giovani e famiglie costretti a lasciare Arco
Posted By Redazione
Categoria: Amministrativa, Attualità, Economia, Giovani, Notizie

 

Una mamma costretta a trasferirsi in Valle dei Laghi con il figlio di dieci anni. Due giovani lavoratrici entusiaste per aver trovato “il lavoro dei sogni” in un’azienda locale, ma già pronte a mollare tutto perché non riescono più a sostenere l’affitto. Una commessa, con contratto a tempo indeterminato e stipendio di 1.500 euro al mese, che scrive disperata al sindaco: “Troppo ricca per chiedere aiuti sociali, troppo povera per pagare 900 euro di affitto”.

Sono solo alcuni frammenti delle tante storie che emergono nel dibattito sull’emergenza abitativa nell’Alto Garda, raccontate pubblicamente dall’assessore Mattia Mascher e dalla sindaca di Arco Arianna Fiorio. Testimonianze che restituiscono il volto concreto, umano, di un problema sempre più pressante: trovare casa è diventato un lusso per molti.

 

 

Un fenomeno in crescita

In cinque anni, spiegano i dati condivisi dal Comune, i canoni di locazione sono cresciuti di circa il 30%. Una dinamica che non risparmia nessuna fascia sociale: colpisce giovani, famiglie, lavoratori stagionali e persino chi ha un impiego stabile. L’offerta di appartamenti destinati a locazioni ordinarie diminuisce di anno in anno, mentre cresce quella dedicata agli affitti turistici brevi, attratti da rendimenti più alti.

“Ad Arco – osserva la sindaca Fiorio – ci sono tantissimi appartamenti chiusi o destinati solo all’uso turistico. La mancanza di case disponibili sta danneggiando soprattutto i giovani: senza di loro, senza bambini, una comunità inevitabilmente declina”.

Tra politiche pubbliche e responsabilità sociale

Il Comune prova a mettere in campo gli strumenti a disposizione. Uno di questi è il canone concordato, che offre vantaggi concreti ai locatori: durata ridotta (3+2 anni invece di 4+4), tassazione fissa al 10%, IMIS ridotta del 50%. “È un’opportunità che può risultare vantaggiosa anche per chi affitta – ricorda l’assessore Mascher – e che potrebbe contribuire ad alleggerire la pressione sul mercato”.

Ma gli amministratori ammettono con franchezza i limiti delle azioni locali. “Il grosso della partita si gioca a livello legislativo provinciale e nazionale”, spiega Mascher, sottolineando la necessità di politiche più incisive per invertire una tendenza che rischia di svuotare i paesi delle proprie energie vitali.

Un futuro in bilico

Il problema casa, nell’Alto Garda, non è più solo una questione economica: è un nodo che riguarda la coesione sociale, il futuro demografico, l’identità stessa dei territori. “Se il risultato sarà quello di allontanare i giovani e le famiglie – ammette Fiorio – come adulti dovremo riconoscere di aver fallito”.

Le voci raccolte dagli amministratori non vogliono essere semplici denunce, ma campanelli d’allarme: senza risposte rapide e coordinate, il rischio è che Arco e il Garda trentino diventino luoghi accessibili solo a pochi, mentre molti residenti saranno costretti a fare le valigie.

L’appello della sindaca è chiaro: “La politica dovrà agire su più piani, ma ognuno di noi è chiamato a fare la propria parte. Arco per tutti, o per pochi?”. Una domanda che resta sospesa, e che riguarda l’intera comunità.

(n.f.)

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