Articolo pubblicato il: 26/11/2025 alle 19:30
La Busa - Donne vittime di violenza: la parola ai giovani
Posted By Redazione
Categoria: Amministrativa, Attualità, Notizie, Solidarietà

 

Poesie e letture, pensieri e riflessioni personali, ma anche approfondimenti su singoli casi di femminicidio, analisi del nostro linguaggio di tutti i giorni, concetti appresi da esperti sulle relazioni tossiche, uno studio della mitologia greca e perfino una canzone dedicata ad Alba Chiara Baroni, composta e registrata con tanto di videoclip.

 

 

Al momento istituzionale di commemorazione di tutte le donne vittime di violenza, martedì 25 novembre nella sala auditorium della Comunità di valle a Riva del Garda per la Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, protagonisti sono stati i giovani. Ragazze e ragazzi dell’istituto Alberghiero, del liceo Maffei, dell’istituto Floriani, dell’Enaip di Arco e di Gardascuola hanno risposto alla sollecitazione del Tavolo intercomunale contro la violenza di genere e non solo hanno partecipato alla commemorazione, ma lo hanno fatto con oltre un’ora di interventi spontanei e accalorati, con intensità, presenza e responsabilità, dimostrando lucidità e consapevolezza rispetto alla gravità e alla complessità di questa terribile piaga sociale. Lunghissimi gli applausi, non pochi i momenti di grande commozione, e il commento, diffuso, che se i giovani sono questi il futuro non potrà che essere migliore.

Presenti, oltre a un’ampia rappresentanza di forze dell’ordine e della polizia locale, diversi componenti del comitato esecutivo della Comunità di valle, con la vicepresidente Ginetta Santoni (sindaca di Dro), e dei consigli comunali, oltre che tutti i componenti del Tavolo intercomunale contro la violenza di genere e del  Centro antiviolenza . Inoltre c’erano per Arco la sindaca Arianna Fiorio e l’assessore alle politiche giovanili e sociali Mattia Mascher, per Riva del Garda il sindaco Alessio Zanoni e la vicesindaca Barbara Angelini, per Ledro il consigliere comunale Manuel Bonisolli (che è anche membro del comitato esecutivo della Comunità), per Nago-Torbole il sindaco Gianni Morandi e la vicesindaca Sara Balduzzi, per Drena sindaco Simone Bombardelli e l’assessora alla cultura e Francesca Nardelli, per Dro (oltre alla sindaca Ginetta Santoni) la vicesindaca Donatella Maffei, e per Tenno l’assessora alla cultura Giancarla Tognoni e la consigliera con delega alle politiche giovanili Gabriella Benini.

 

 

Presenti anche Loredana Magnoni, mamma di Alba Chiara Baroni (uccisa dal fidanzato nel luglio del 2017 a Tenno), e Erika Perraro, sorella di Eleonora (uccisa dal marito nel settembre del 2019 a Nago), anche in rappresentanza della mamma Mariangela, impossibilitata a esserci. Presenti anche rappresentanti delle associazioni Alba Chiara e Andromeda e di Luogo Comune, che hanno partecipato all’organizzazione dell’evento (Luogo Comune anche con il celebre “rimorchietto di Agitu”, la piccola bancarella su ruote con cui la donna, uccisa nel dicembre 2020 da un lavoratore stagionale suo ex dipendente, vendeva i suoi prodotti nei mercati).

Altro momento di grande intensità, l’intervento della mamma di Alba Chiara, Loredana, con il suo struggente grido di dolore non solo per la figlia ma per tante donne uccise, da Eleonora Perraro ad Agitu Ideo Gudeta, da Deborah Saltori a Iris Setti, da Celine Frei Matzohl alla più piccola di tutte, Martina Carbonaro, uccisa dall’ex lo scorso 26 maggio. Loredana Magnoni ha esortato i giovani a ricordare tutte queste donne, a non dimenticarle, ma anche a mantenere la stessa tensione di questo momento per il resto dell’anno, per una mobilitazione costante fatta di attenzione e di vicinanza per cogliere i segni della violenza e per aiutare le donne che ne sono vittime.

Non meno toccante l’intervento di Erika Perraro, che si è detta colpita dalle parole dei giovani e dalla folta presenza anche maschile, e che ha letto un messaggio della madre incentrato sulla incapacità della figlia di chiedere aiuto, esortando quindi i giovani a farlo, perché chiedere aiuto non è indice di debolezza ma di forza, magari trovando la persona giusta con cui confidarsi, e ad aiutare e convincere chi è in difficoltà a chiedere aiuto, a denunciare, a parlare, a uscire dal silenzio, e a fare attenzione, ai segni, nell’altro, nell’amica, nella vicina di casa, della violenza subita ma tenuta nascosta, che è più diffusa di quanto si pensi. Erika ha poi parlato della sorella, raccontando come fosse vittima della violenza del marito già da tempo, incapace di fuggire da una dipendenza affettiva che la portava a incolpare se stessa di tutto ciò che non andava, comprese le violenze subite. Perché la difficoltà a difendere le donne vittime di violenza viene non di rado dalle donne stesse, che hanno troppa paura delle conseguenze oppure non sanno fare a meno del proprio carnefice, e in questi casi le forze dell’ordine e la magistratura possono fare ben poco. Erika ha confidato come tanti avessero esortato la sorella Eleonora a denunciare, ad allontanarsi, ma come lei fosse sempre tornata dall’uomo che, infine, l’ha uccisa.

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Data e ora di stampa: 26/11/2025 22:58
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